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PNRR, come migliorerà la sanità nella zona della Asl Roma 2

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Lazio, D'Amato auspica che il Governa intervenga per sterilizzare gli aumenti che pesano sulle strutture sanitarie

Attivazione di 7 Centrali operative territoriali, di 23 Case della Comunità, di 4 Ospedali di comunità, l’adeguamento sismico degli ospedali e il rafforzamento tecnologico della rete ospedaliera con l’acquisto di 18 nuove apparecchiature di ultima generazione. Questo, in sintesi, il piano di riorganizzazione che sarà finanziato dalla Regione Lazio con 78.045.251,51 milioni di euro pianificati per i primi investimenti del PNRR e del piano nazionale investimenti complementari al PNRR nella Asl Roma 2 .

Gli interventi sono stati presentati questa mattina dall’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato e dal direttore generale della Asl Roma 2, Giorgio Casati.

L’iniziativa promossa dalla Regione Lazio ha messo in evidenza come cambierà e si evolverà il sistema sanitario locale. L’investimento fa parte del più ampio piano riorganizzativo della sanità laziale che vede impegnati 700 milioni di euro fino al 2026.

Il territorio si trasformerà così in porta di accesso alle cure e perno intorno a cui costruire risposte adeguate ai bisogni di salute della comunità. Tra i principali interventi i quattro ospedali di Comunità a Pietralata, a Torre Spaccata, a Casale de Merode e a Tor Vergata. Importante anche la nuova casa di Comunità a Villa Tiburtina – Casal dè Pazzi.

“I finanziamenti previsti dal PNRR rappresentano una grande sfida che ci permetterà di aprire una stagione di grandi investimenti imprimendo una spinta importante per ridurre le diseguaglianze e migliorare i livelli di cura attraverso una vera e propria rivoluzione digitale” ha commentato l’Assessore D’Amato.

“In questo periodo abbiamo meglio compreso come avvicinarci ai bisogni sanitari e sociosanitari delle persone fragili e non, evidenziando i punti nevralgici sui quali intervenire, anche grazie alle nuove tecnologie. Queste risorse economiche permetteranno di implementare modalità e procedure e di introdurre innovazioni improntate ai prossimi scenari futuri” spiega Giorgio Casati.

Grazie ai fondi del PNRR la presenza di presidi sanitari sul territorio si moltiplicherà. Infatti, con le Case e gli Ospedali di Comunità sarà più immediata la risposta ai bisogni di cura espressi dal territorio. Inoltre, l’ampliamento e l’ammodernamento del parco tecnologico migliorerà la qualità delle cure negli ospedali, permettendo anche di aumentare il numero di esami che possono essere effettuati. Infine, l’imponente piano di edilizia sanitaria contribuirà a rendere le strutture sanitarie più belle e più sicure. Quella che si va delineando è una completa riorganizzazione delle strutture sanitarie intermedie e delle reti territoriali in una logica di prossimità, multidisciplinarità e multi-professionalità. Con il PNRR e gli altri fondi che la Regione Lazio ha investito nel corso degli ultimi 9 anni si completerà la nuova rete territoriale, per dare vita a una sempre più forte ed efficace integrazione tra la rete ospedaliera aziendale e quella territoriale, attraverso la presenza di strutture intermedie e tecnologie avanzate in grado di rispondere ad ogni esigenza di cura. Le Case della Comunità, sono strutture sanitarie territoriali, promotrici di un modello di intervento multidisciplinare (tipo Case della Salute). Il cittadino può trovare tutti i servizi sanitari di base, il Medico di Medicina Generale e il Pediatria, gli specialisti ambulatoriali e altri professionisti (logopedisti, fisioterapisti, tecnici della riabilitazione).

Le Centrali Operative territoriali (COT) sono hub tecnologicamente avanzati per la presa in carico del cittadino e per il raccordo tra servizi e soggetti coinvolti nel processo assistenziale: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e della rete di emergenza-urgenza. Gli Ospedali di Comunità sono strutture sanitarie della rete territoriale a ricovero breve e destinati a pazienti che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica. Sono strutture intermedie tra la rete territoriale e l’ospedale, di norma dotati di 20 posti letto (max. 40 posti letto) e a gestione prevalentemente infermieristica.

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