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Lazio, legge sulla tutela delle botteghe storiche. Bonafoni: “Ponte tra tradizione e innovazione”

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LAZIO. BOTTEGHE STORICHE, BONAFONI (CIVICA ZINGARETTI): LEGGE È PONTE TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

“Con l’approvazione della proposta di legge per la salvaguardia e la valorizzazione delle botteghe storiche la Regione Lazio avvia una nuova stagione per gli esercizi commerciali e artigianali della Capitale e dei moltissimi borghi di cui è ricco il nostro territorio. Accanto al principale obiettivo di non far spegnere le luci di alcune delle attività tradizionali – specialmente a Roma – si affianca l’ambizione di fare degli antichi mestieri il perno di un nuovo sviluppo delle imprese artigiane basato su innovazione, digitale ed economia circolare, con uno sguardo attento al loro ruolo come punto di riferimento delle comunità e nei servizi di prossimità.

Fondamentale sarà, in questo senso, il contributo dei Comuni, incaricati dalla norma di redigere dei piani da trasmettere alla Regione, che provvederà al censimento e all’istituzione di un apposito elenco regionale per l’attribuzione della qualifica di bottega storica.

La legge prevede anche la possibilità di erogare contributi finanziari regionali a sostegno di proprietari e gestori, che tra mille difficoltà sono riusciti a resistere alla pesantissima crisi del settore innescata dalla pandemia da Covid-19. Proprio a loro il Consiglio regionale vuole lanciare con questa legge un messaggio di riconoscimento come prezioso patrimonio sociale e culturale da tutelare e trasmettere alle nuove generazioni e come veicolo del futuro che immaginiamo per le nostre città e i nostri borghi”.

Così in una nota la capogruppo della Lista Civica Zingaretti al Consiglio regionale del Lazio Marta Bonafoni.

COMMERCIO, REGIONE – APPROVATA LA LEGGE SULLA TUTELA DELLE BOTTEGHE STORICHE

ORNELI – 2,4 MILIONI PER TUTELARE GLI ANTICHI MESTIERI E RILANCIARE IL PICCOLO COMMERCIO

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato, con 29 voti favorevoli e 9 astenuti, la proposta di legge sulla “Disciplina per la tutela e la valorizzazione delle botteghe e attività storiche.

“Un provvedimento importante che tutela le attività più antiche e preziose del nostro panorama commerciale, ma che non si limita a tutelare l’attuale, lavorando anche per garantire il loro futuro”. Così l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Start-Up e Innovazione, Paolo Orneli.

“Il provvedimento – ha sottolineato Orneli – vuole promuovere e valorizzare le produzioni, le conoscenze e le pratiche di eccellenza, tutelando i mestieri a rischio di estinzione. Con una dotazione finanziaria complessiva di 2,4 milioni di euro, vengono destinati sostegni agli esercizi delle antiche botteghe e delle attività storiche. Previste inoltre attività di formazione rivolte ai giovani aspiranti artigiani che intendono investire il proprio futuro su questo settore.

“Voglio ringraziare – ha concluso Orneli – la consigliera Marta Leonori, prima firmataria della legge, e tutto il Consiglio Regionale per il lavoro svolto che ci ha portati ad approvare un provvedimento importantissimo per il rilancio dell’economia della nostra regione”.

Il Consiglio regionale, presieduto da Marco Vincenzi, oggi ha approvato, con 29 voti favorevoli e 9 astenuti, la proposta di legge n. 267 “Disciplina per la salvaguardia e la valorizzazione delle botteghe e attività storiche”.

“Una legge importante, che vuole salvaguardare attività importanti non soltanto dal punto di vista commerciale, ma anche perché caratterizzano il tessuto sociale e culturale delle nostre città”, aveva detto Marta Leonori (Pd) nella seduta del primo dicembre scorso, quando la presidente del gruppo Pd aveva illustrato in Aula la proposta di legge di cui è la prima firmataria. Il provvedimento si compone di 13 articoli, alcuni dei quali sono stati modificati da emendamenti approvati oggi in Aula, anche con riformulazioni proposte dall’assessore allo sviluppo economico, Paolo Orneli.

L’articolo uno indica la finalità della legge: “Promuovere, anche in collaborazione con i comuni e mediante particolari forme di sostegno, iniziative volte alla valorizzazione e salvaguardia delle botteghe e delle attività storiche individuate attraverso criteri di durata, continuità merceologica e di specialità”. L’articolo due definisce le attività rientranti nella dizione “botteghe e attività storiche”. L’articolo tre prevede il “Censimento delle botteghe e attività storiche”, al quale dovranno provvedere i Comuni entro sei mesi dalla entrata in vigore del regolamento regionale di attuazione e integrazione, previsto all’articolo otto. Sulla base del censimento, la Regione istituirà l’Elenco regionale delle botteghe e attività storiche, che attribuisce agli iscritti la qualifica, l’attestazione e un logo di riconoscimento. L’articolo quattro definisce gli interventi per la salvaguardia e la valorizzazione delle botteghe e attività storiche, mentre l’articolo cinque dispone che anche i mercatai e le fiere di valenza storiche, di cui all’articolo 51 della L.R. 22/2019, possono essere iscritti nell’Elenco regionale.

Con riferimento alle attività storiche di commercio su aree pubbliche, un emendamento all’articolo 6, presentato da Enrico Cavallari (FI) e approvato con la riformulazione dell’assessore Orneli, ha inserito nell’ambito della normativa i cosiddetti urtisti, suscitando le critiche del consigliere Massimiliano Maselli (FdI), il quale ha ricordato come in commissione si fosse raggiunto un accordo per non citare esplicitamente nella normativa categorie particolari. Respinti invece altri emendamenti che miravano ad accorciare da 70 a 50 anni il criterio temporale per la classificazione di una attività su area pubblica come storica.

Infine, l’articolo 12 (“Disposizioni finanziarie”) prevede uno stanziamento complessivo di 2,4 milioni di euro nel biennio 2022-2023, così ripartito: 400 mila euro di parte corrente e 600 mila in conto capitale per il 2022 (totale: un milione di euro) e 600 mila euro di parte corrente e 800 mila in conto capitale per il 2023 (totale: 1,4 milioni).

Dopo l’approvazione della legge, il Consiglio ha anche votato quattro ordini del giorno collegati ad essa collegati, tre proposti da Fabio Capolei (FI) e uno dal gruppo di Forza Italia.

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