Ambiente

Colleferro, il commento del Comitato Residenti sull’esito del riesame AIA sugli inceneritori

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Colleferro, 6. 10.2016

La Conferenza di servizi, tenutasi ieri 5 ottobre 2016, per il RIESAME dell’AIA  (Autorizzazione integrata ambientale rilasciata l’8/05/2009) si è aperta puntualmente con l’intervento dei responsabili della Direzione regionale del ciclo dei rifiuti. Presenti Comune di Colleferro (Sindaco Sanna, Assessore all’Ambiente, Calamita e Ufficio Ambiente), Lazio Ambiente spa (Dirigenti della società di gestione dei rifiuti) e la ASL Roma 5, Dipartimento di prevenzione, Igiene Pubblica e Ambiente. Non sono intervenuti Arpa Lazio e Città metropolitana di Roma Capitale, Area vasta; per quest’ultima la convocazione è abbastanza irrituale e sarebbe stato opportuno attendere lo svolgimento delle elezioni del Consiglio della Città metropolitana, fissate per il 9 ottobre, a cui è candidato peraltro il Sindaco di Colleferro, Sanna.

Partecipanti come uditori Comitato residenti Colleferro, Retuvasa, Movimento 5 Stelle, Ugi e Area consumatori.

Breve l’introduzione degli incaricati regionali per precisare che il riesame ha per oggetto il rilascio di due distinte nuove autorizzazioni con le prescrizioni per il regolare esercizio degli inceneritori. Questi negli anni non hanno subito modifiche strutturali pur tuttavia devono essere “allineati” alle normative europee per il passaggio – richiesto dalla società – dal CDR (Combustile derivato da rifiuti) al CSS (Combustibili solidi secondari).

Non è stato ancora adottato – spiegano gli incaricati regionali – il documento di pianificazione territoriale generale, di competenza dell’Area vasta (ex Provincia di Roma), Regione e Comune di Roma, con il quale vengono definiti i criteri per la pianificazione, sulla base dei dati della raccolta differenziata e del fabbisogno di impianti per lo smaltimento dei rifiuti (il documento che dirà, per esempio, dove collocare il famoso nuovo inceneritore). Visti i tempi lunghi, la regione si premura di avviare la procedura per l’ammodernamento (revamping) di quelli di Colleferro.

Ha preso poi la parola un responsabile della società Lazio Ambiente spa, rinviando ad una “Relazione non tecnica” – una terminologia non solo troppo creativa ma inammissibile nell’ambito di un procedimento AIA – che chiederemo venga invece integrata da un vero documento tecnico. E di volta in volta sono interventi gli altri soggetti ed enti. Anche il Comune di Colleferro ha presentato una sua relazione, illustrata dall’Assessore Calamita.

Ci siamo riservati, come comitato, di presentare nostre osservazioni, tenuto conto di quanto emerso in sede di Conferenza e degli elementi che acquisiremo dalle altre relazioni e pareri. Chiederemo il rispetto del codice della strada su via Romana, la realizzazione di una viabilità alternativa per i bilici, l’autorizzare in AIA del depuratore Secosvim, dove vengono scaricate le acque reflue degli inceneritori, la realizzazione di una copertura per lo stoccaggio dei rifiuti in entrata-uscita con pensilina e tetto, analisi Arpa e prelievi multipli sui rifiuti in entrata-uscita, divieto di certificazione da parte di privati e obbligo di eseguirli sul posto, sostituzione del certificato annuale e semestrale con altro di minore periodicità, verifiche dei fattori inquinanti della falda con carotaggi a 30 metri, ecc.

L’Assessore Calamita ha ribadito la sua contrarietà all’incenerimento per motivi sanitari e ambientali, non per distruggere, ma “per lavorare con altre modalità”, difficili però da immaginare se, fino ad ora, non si è raggiunta un’intesa per costituire un Tavolo tecnico tra Lazio Ambiente spa e Amministrazione comunale (richiesto anche per le associazioni e i comitati).

L’intervento che ha recuperato le ragioni e i motivi di preoccupazione di noi cittadini è stato svolto dai responsabili della Asl. E’ intervenuta la dott.ssa Fantini con richiami forti e circostanziati ai noti errori del passato, all’importanza della prevenzione e della sorveglianza della popolazione, all’urgenza di garantire acqua potabile e aria salubre, creando le condizioni per dare “certezza” di una vita sana. Più volte ha richiamato il rapporto ERAS sullo stato di salute della popolazione della valle del Sacco e il recente aggiornamento sulla qualità dell’aria dei Comuni del Lazio, reso dall’Arpa, dove si registra un peggioramento degli inquinanti ambientali. Dopo il 1999 il risanamento delle falde acquifere è divenuto una priorità, come la prosecuzione della sorveglianza sanitaria e la rilevazione strumentale dell’impatto ambientale.

Questa “certezza” – ha proseguito – deve essere accompagnata da una serie di prescrizioni attuative, di pareri scritti, di osservazioni puntuali, di riscontri incrociati formali, attivando i mezzi disponibili a salvaguardia della salute pubblica e le fonti documentali che nel 1999 non erano disponibili.

Il Sindaco Sanna e l’Assessore Calamita hanno svolto rispettivamente un intervento politico e tecnico, auspicando la fine dell’era degli inceneritori ed hanno espresso parere negativo, interventi che secondo noi dovevano essere rafforzati da una dettagliata esposizione di settore – affidata ad un esperto, oltre che ai Dirigenti del nostro Ufficio ambiente – che richiamasse tutti i limiti, operativi, economici, ambientali, sanitari, infrastrutturali, urbanistici, normativi, e sociali dei due inceneritori.

E’ nei poteri della Conferenza decidere, al termine dell’iter, di adottare nei confronti del soggetto proponente un provvedimento di diffida, di revoca o di sospensione dell’AIA. La Conferenza sarà aggiornata per la chiusura dell’iter ed ora inizia la fase di elaborazione e riflessione di quanto emerso in sede istruttoria per la predisposizioni delle osservazioni.

Sono state spese poche parole per ribadire “come” vogliamo abbattere i fattori di impatto ambientale, con quali mezzi e tempi bonificare e risanare colle Sughero. La nostra unica speranza di vita è ripensare e cambiare questo sistema di ciclo dei rifiuti nella valle del Sacco.

Tra Comune, Regione e Asl è sembrato mancassero le necessarie intese, che costituiscono la condizione minima per l’operatività della Conferenza, che non è un organo di registrazione di singoli pareri ma la sede per un esame congiunto degli interessi pubblici coinvolti.

I soggetti ed enti convocati non hanno sollevato alcuna obiezione, soprattutto di tipo procedurale, alcune delle quali di assoluta priorità. Ci riferiamo per esempio alla necessità di precisare i poteri dell’amministrazione procedente, chiarire i meccanismi decisionali (se prevalgono le posizioni e i pareri espressi in sede di conferenza), se sia urgente un nuovo studio di impatto ambientale o assumere determinazioni in via di autotutela, richiedere maggiori informazioni tecniche o reclamare la presenza degli enti che non sono intervenuti e riconvocarli in una conferenza predecisoria per acquisire il parere obbligatorio di Arpa Lazio.

L’impressione è stata di aver regolato un immeritato vantaggio – che sapremo recuperare – a Lazio Ambiente spa che, a differenza degli altri, si è presentata con i suoi consulenti, ha scelto di stare sottotono ma si è mostrata pronta e organizzata.

Il fronte del NO, escludendo l’intervento della Asl, pur unito nell’opposizione agli inceneritori, è apparso in cerca di riferimenti. Agli uditori non è consentito fare interventi, ma solo chiedere brevi chiarimenti, che ci sono stati ampiamente accordati.

Più che una Conferenza a lungo attesa “a cui è affidata la cura di interessi pubblici”, che noi chiamiamo diritti, quali la salute e l’ambiente, al centro di tante manifestazioni del mondo ambientalista, abbiamo avuto la sensazione di trovarci in un luogo (un locale, davvero poco decoroso per chiunque), una sede, dove in modo ordinario e formale, si rilasciano decine di autorizzazioni.

Se vogliamo evitare quello che è successo nel 1999 e nel 2009 il Sindaco e gli altri enti autorizzatori non devono solo chiedere la revoca dell’AIA ma dimostrare nella Conferenza decisoria che i motivi di contrarietà sono insuperabili.

Ina Camilli

Comitato residenti Colleferro

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