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Chi ha inventato la tombola e il bingo?

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Le lotterie sono tra i giochi più diffusi perché non richiedono grandi capacità per vincere. Si tratta solo di fortuna, di conseguenza sono in tanti a sperarci e naturalmente in pochissimi a vedersi premiati. La tombola e il bingo sono chiaramente tra i giochi più diffusi sotto questo punto di vista, perché si può giocare anche tra amici e in famiglia e le estrazioni vanno seguite poco alla volta, in compagnia. Le partite sono durature e non si esauriscono nel tempo della sola comunicazione dei numeri. Ormai sia la tombola sia il bingo sono talmente noti che le regole, invero piuttosto basilari, sono conosciute da tutti. Soprattutto durante le festività, è facile imbattersi in una partita ad uno di questi giochi. In pochi, però, si interrogano sulle loro origini, ignorando che sono fondamentalmente diverse.

La tombola è nata verso la metà del XVIII secolo, a latere di una discussione tra Re Carlo III di Borbone e il frate Gregorio Maria Rocco. All’epoca il popolo era solito divertirsi con varie lotterie ed era interesse dei regnanti legalizzarlo per ottenere più introiti. Alla fine, però, non fu possibile trovare un accordo e il lotto fu sospeso proprio durante il Natale, per cui i napoletani inventarono un gioco simile, ma del tutto nuovo, tra le mura domestiche: la tombola. Il gioco si diffuse rapidamente anche al di fuori della Campania e i numeri del tabellone sono diventati 90 in quanto agli inizi del 1500, quando si trattava di rinnovare i componenti dei Serenissimi Collegi, bisognava scegliere tra 90 nomi e la gente era già abituata a scommesse di questo tipo.

Il bingo, invece, appartiene alla categoria del gioco d’azzardo. La storia e diffusione del bingo è meno chiara, ma sicuramente molto più recente. La denominazione ufficiale risale al 1929, quando in Georgia un giocatore americano, tale Edwin Lowe, partecipò a una sorta di lotteria chiamata “beano” e gridò erroneamente “bingo” invece di “beano” per indicare la propria vittoria. Il termine suonò simpatico alla massa e fu adottato anche negli anni a venire. Rispetto alla tombola, il bingo può vantare però numerose varianti, che differiscono per la quantità di numeri presenti sul tabellone e sulla cartella.

Il bingo avrebbe conosciuto delle modifiche importanti specialmente ad opera di francesi e tedeschi. In Italia, comunque, il gioco arrivò nelle sale soltanto nel 1999. Quando fece la sua apparizione nello Stivale il bingo riscosse una grande attenzione mediatica e le licenze per l’apertura di locali a tema erano già centinaia lungo tutto il territorio nazionale. Negli ultimi tempi, tuttavia, sono state ridotte, complice il boom delle piattaforme online.

Di certo, il bingo non può vantare lo stesso fascino tradizionale della tombola. Basti pensare che ai 90 numeri non sono associati significati particolari o caratteristici. A differenza della tombola, però, i premi in palio sono molti di più e possono lievitare nel corso della partita. Benché per partecipare ai due giochi non servano requisiti specifici, non si può parlare di una somiglianza in tutto e per tutto. Il bingo è stato pensato quasi come una variante più sofisticata della classica tombola.