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Artena, le conseguenze di Feudo nel palazzo comunale

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Con chi posso parlare? Chi è rimasto?” Dall’alba del 30 ottobre 2020 queste domande sono quasi ordinarie. Se le pongono tante cittadine e tanti cittadini di Artena quando devono chiedere dei documenti negli uffici comunali, quando cercano un assessore per esporre dei progetti, quando vogliono segnalare un problema o un disservizio.

I dipendenti comunali proclamano lo stato di agitazione

All’inizio di giugno la Cgil, la Cisl e la RSU dei dipendenti comunali hanno proclamato lo stato di agitazione, rivendicando la violazione del contratto collettivo nazionale. Nella lettera firmata dalle sigle sindacali, oltre a una serie di mancanze collegate ai contratti e a questioni economiche, c’è un preciso riferimento alla difficoltà di comunicare con quel che resta dell’amministrazione Angelini.

Per i firmatari della lettera le relazioni sindacali “sono giunte pressoché alla paralisi, anche a seguito delle vicende giudiziarie che hanno interessato l’Amministrazione comunale”. Con chi dovrebbero parlare di questioni lavorative i dipendenti comunali? Per legge i sindacati dovrebbero confrontarsi con organismi che richiedono, in diverse forme, la partecipazione o il coinvolgimento del segretario comunale e della giunta. Nel caso specifico parliamo della delegazione trattante e del nucleo di valutazione.

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Un’anomala ordinarietà per il Comune di Artena, che oggi, 16 giugno, cercherà di risolvere con un tavolo convocato dalla prefettura di Roma. Un ultimo tentativo di conciliazione prima di intraprendere la strada dello sciopero.

Ma le conseguenze di Feudo sono più gravi, perché il terremoto giudiziario ha raggiunto diversi uffici comunali, allontanando per mesi dalle loro scrivanie dirigenti e vigili urbani, responsabili di servizi e altre figure che ricoprono ruoli determinanti per il funzionamento della macchina amministrativa. Le crepe provocate da Feudo hanno lasciato il Comune di Artena con uffici semideserti, mettendo a dura prova il personale rimasto, che tra pandemia, carenza di organico e prepensionamenti, continua a garantire vicinanza e servizi alle persone.

Dopo l’operazione feudo il Comune ha visto andar via il responsabile finanziario (figura dirigenziale che probabilmente verrà nominata nei prossimi giorni), il comando dei vigili può contare solo di due agenti di polizia locale, come sono soltanto due i dirigenti fissi del Comune. L’assenza di una squadra politica inizia a sentirsi, ma al momento la linea di chi guida il Comune resta quella della continuità politica.

Durante l’ultimo consiglio comunale del 2020 il vicesindaco Talone ha chiaramente fatto capire che la maggioranza andrà avanti, rimarcando la decisione di non sedersi al posto del Sindaco interdetto. “Questa sedia vuota non è un caso. Felicetto Angelini ha la massima fiducia, la maggioranza è unita e compatta e saremo qui fino alla fine perché la spina la può staccare solo il Sindaco”.

Il Sindaco Angelini ha il divieto di dimora ad Artena

Chi è rimasto? È la domanda che continuano a farsi molti cittadini dopo l’operazione Feudo. Forse, per rispondere a questa domanda, per comprendere le condizioni attuali del Comune di Artena e per analizzare le criticità in corso all’interno degli uffici comunali, bisogna approfondire la situazione di chi è stato allontanato dagli incarichi pubblici.

L’assessore Domenico Pecorari è ancora agli arresti domiciliari, e le sue deleghe non sono state riassegnate. Deleghe importanti che comprendono lavori pubblici, agricoltura, mobilità, servizi cimiteriali, manutenzione e verde pubblico. La delega del personale era invece in mano al Sindaco. Senza la ridistribuzione delle deleghe il vicesindaco Loris Talone tiene concentrato su se stesso le funzioni di Angelini e tutti gli ambiti di intervento di Pecorari.

La scelta di convogliare su un’unica persona tutti questi aspetti della vita politica e amministrativa sta rallentando molte pratiche comunali. Le possibilità di lavorare sulla progettazione e sui interventi di programmazione si riducono sempre di più.

Dal 30 aprile 2021 Angelini è tornato in libertà, ma il tribunale di Velletri ha disposto il divieto di dimora ad Artena. Non può entrare in città. Con questa disposizione per Felicetto Angelini rimane quindi l’allontanamento dalla vita amministrativa e politica del paese.

A fine maggio – da fonti e segnalazioni arrivate a Casilina News – Felicetto Angelini ha avuto un incontro in un bar di Valmontone con la segretaria comunale, la dottoressa Simona Cipollini, anche lei coinvolta nell’operazione Feudo. Raggiunta telefonicamente da noi la segretaria comunale dichiara di non essere stata a questo incontro, ma precisa: “Comunque sia, è un aspetto privato, anche se fosse non ci avrei visto alcun problema”.

Rinvio a giudizio per concussione, corruzione e altri reati. Prima udienza fissata il 28 giugno

Quanto emerso dall’indagine Feudo sarà da verificare nelle aule del tribunale di Velletri. Ad aprile gli eletti della lista Artena Rinasce con un comunicato firmato da tutta la maggioranza, oltre a esprimere fiducia nella giustizia, hanno parlato di ridimensionamento della vicenda con l’eliminazione di alcuni capi d’accusa. In realtà sono molti i reati rimasti in piedi.

Felicetto Angelini e l’assessore Pecorari sono stati rinviati a giudizio per concussione, corruzione, falso ideologico, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, favoreggiamento personale e altri reati.  L’assessore Pecorari, secondo le indagini, avrebbe ricevuto 500 euro di buoni spesa da un imprenditore edile locale per compiere un atto contrario ai doveri d’ufficio e assegnare così a una determinata ditta alcuni lavori di manutenzione straordinaria a Colle siciliano, attraverso un sorteggio mai avvenuto.

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Al centro di Feudo restano i casi del bilancio di previsione per il triennio 2018-2020 e del rendiconto di gestione del 2017, con le pressioni esercitate all’allora responsabile finanziaria per convincerla a redigere un bilancio fittizio e a non parlare delle criticità finanziarie del Comune.

Assunta dopo aver vinto un concorso pubblico, Federica Gatta entra in servizio ad Artena a ottobre del 2017, per essere allontanata e poi licenziata a giugno del 2018. Federica Gatta non ha voluto firmare un bilancio incapace di rispecchiare la vera situazione economica del Comune di Artena.

Decisione inaccettabile per il Sindaco Angelini e per alcune personalità della sua squadra, che iniziano a intimidire pesantemente la professionista, colpevole soltanto di aver fatto il suo lavoro. Insieme a questo episodio, i giudici del tribunale di Velletri saranno chiamati a esaminare altre vicende riguardanti la gestione del Comune di Artena, come quella dei lavori al Palazzetto dello Sport, struttura abbandonata da anni in zona Torretta, dove secondo la magistratura resta in piedi il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

Da una parte la pubblicazione di una determina del 2018 per giudicare la proposta migliore capace di restituire alla collettività il palazzetto, dall’altra, un imprenditore già individuato e agevolato da Angelini e Pecorari.

La prima udienza dibattimentale è fissata per il prossimo 28 giugno. Il Comune non è parte civile al processo. Intanto le crepe lasciate da Feudo continuano ad allargarsi.

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