Cronaca

Roma, maxi evasione fiscale: trenta condanne e oltre 250 anni di carcere

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Il commercialista Cesare Pambianchi, ex presidente della Confcommercio del Lazio e il suo socio di studio Carlo Mazzieri sono stati condannati a tre anni di reclusione ciascuno per violazioni delle leggi fiscali. La sentenza è stata pronunciata dalla sesta sezione penale del Tribunale di Roma a conclusione di un processo scaturito dall'inchiesta su una associazione per delinquere avvenuta negli anni scorsi e della quale Pambianchi e Mazzieri erano considerati gli ideatori. Nel processo, che ha convolto oltre 30 imputati, sono state valutate le singole posizioni processuali in relazione ai reati di sottrazione fraudolenta di somme destinate al pagamento delle imposte, bancarotta e violazione di altri reati tributari. Il Tribunale ha inflitto oltre trenta condanne e oltre 250 anni di reclusione.

Il commercialista Cesare Pambianchi, ex presidente della Confcommercio del Lazio e il suo socio di studio Carlo Mazzieri sono stati condannati a tre anni di reclusione ciascuno per violazioni delle leggi fiscali.

La sentenza è stata pronunciata dalla sesta sezione penale del Tribunale di Roma a conclusione di un processo scaturito dall’inchiesta su una associazione per delinquere avvenuta negli anni scorsi e della quale Pambianchi e Mazzieri erano considerati gli ideatori.

Nel processo, che ha convolto oltre 30 imputati, sono state valutate le singole posizioni processuali in relazione ai reati di sottrazione fraudolenta di somme destinate al pagamento delle imposte, bancarotta e violazione di altri reati tributari.

Il Tribunale ha inflitto oltre trenta condanne e oltre 250 anni di reclusione.

Due anni all’avvocato Sergio Scicchitano, già legale di riferimento dell’Italia dei valori e cliente dello studio. Le pene più elevate sono state per chi doveva rispondere di diversi episodi di bancarotta di fraudolenta. Due presunti ‘”prestanome”, Georgieva Marinka Gospodinova, 22 anni di carcere, e Dimitrov Nikolay Ivanonv, condannato a 16 anni di reclusione.

Secondo l’accusa gli imputati avrebbero aiutato gruppi finanziari in stato prefallimentare a trasferirsi all’estero con lo scopo di evadere il fisco.

L’associazione a delinquere sostanzialmente aveva tre obiettivi:

  • la sottrazione fraudolenta dal pagamento di ruoli esattoriali (per 600 milioni di euro) mediante distrazione di beni
  • l’autofinanziamento attraverso operazione di leasing
  • il riciclaggio o il reimpiego di beni e denaro.

La Procura ha contestato un sistema che anche attraverso vendite con leasing svuotava le casse di società in favore di altre, dissimulando il collegamento tra le due aziende. A quel punto i contenitori svuotati venivano trasferiti all’estero, destinazioni preferite Bulgaria e Gran Bretagna, senza presentare dichiarazioni dei redditi, pagare l’Iva e frodando il fisco.

Oltre alle pene detentive lo stesso collegio ha inoltre disposto risarcimenti per diversi milioni di euro in favore dell’Agenzia delle entrate ed Equitalia da parte di alcuni degli imputati.

Secondo l’accusa sarebbero 703 le società gestite dagli imputati per il raggiungimento di scopi illeciti, di cui 292 almeno trasferite all’estero, per un’evasione fiscale di oltre seicento milioni di euro che sarebbe stata compiuta fino al 2011.

Il procedimento conclusosi con la sentenza di ieri è uno stralcio di quello principale ancora in fase di svolgimento davanti ad un diverso collegio della VI sezione del tribunale penale capitolino.

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