Cultura

Nemi, un frammento del mosaico di Caligola torna al Museo delle navi (FOTO)

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Dopo un percorso lungo e tortuoso il frammento di mosaico che costituiva la pavimentazione di una delle due navi di Caligola è tornato nel suo luogo d’origine, a Nemi. Da oggi 11 marzo, il reperto in marmo romano con serpentino e porfido è in esposizione al museo delle navi, poco distante dalle acque del lago vulcanico, dove negli anni ’30 durante una campagna di scavi fu riportato alla luce insieme ad altri elementi provenienti dalle due navi attribuite all’imperatore romano.

Portato via da Nemi a opera di ignoti negli anni ’50, il mosaico è stato ritrovato di recente in una collezione privata a New York e nel 2017, grazie a un’operazione internazionale guidata dal comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, il reperto è stato sequestrato per essere riportato in Italia. E dopo quattro anni questo prezioso frammento di storia trova posto vicino ai modelli delle navi in scala 1:5.

Il Sindaco di Nemi: “Una giornata memorabile per Nemi e per tutto il territorio”

“Oggi segniamo una nuova tappa per il museo delle navi romane, portando in esposizione un frammento di mosaico che troverà sede vicino altri pezzi di pavimentazione delle navi. Una giornata memorabile per Nemi per la storia di questo territorio che ruota anche intorno al museo nazionale delle navi romane”. Così il Sindaco di Nemi Alberto Bertucci ha aperto questa mattina la conferenza organizzata nel museo per l’esposizione del mosaico di Caligola. Gli studi e le testimonianze sull’ingegneria navale romana e su queste due navi – continua il Sindaco – raccontano una storia di grandezza.

Questi frammenti di mosaici erano infatti la pavimentazione di navi utilizzate come ville galleggianti, dei veri e propri templi dove poter fare riti in favore della Dea Diana. Oggi un piccolo ma importante pezzo di storia ritrova il suo spazio”. Insieme al Sindaco, ad accogliere il reperto c’erano anche il Maggiore Capo dei Carabinieri Paolo Salvatori, Daniela De Angelis, direttrice del Museo delle Navi e Massimo Osanna, alla guida della direzione dei musei MiBACT.

Un’indagine durata due anni. Il Maggiore Salvatori: “Risultato frutto di una cooperazione internazionale”

“Questo ritrovamento è una sintesi dell’attività dello sforzo dei Carabinieri per riportare a Nemi un bene inestimabile”, ha commentato il Maggiore Salvatori durante la conferenza. “Il mosaico – ha aggiunto il Maggiore –  è andato perduto negli anni ’50 . Si sono perse le tracce, fino a quando uno studioso non ci ha fornito delle foto recenti del mosaico. Dopo due anni di indagini, gli investigatori sono riusciti a individuare il reperto a New York,  presso una collezionista italo americana.

Si è giunti al sequestro nel 2017, poi al rimpatrio. Nel 2019 è stato poi esposto alle Scuderie del Quirinale, in occasione dei 50 anni del Comando per la tutela del patrimonio culturale”. Il Maggiore Capo ha specificato come questo tipo di operazioni internazionali sia “un caso unico a livello mondiale, una collaborazione tra polizia e enti differenti in cui l’arma crede molto e che negli anni ha portato a risultati importanti”.

Frammento di un mosaico di una delle due navi di Caligola

Il museo delle navi romane

Come ricordato durante la conferenza di questa mattina, il museo delle navi romane di Nemi è uno dei primi poli museali costruito in funzione del suo contenuto: concepito ed edificato tra il 1933 e il 1939 per ospitare le navi recuperate dal fondo del lago negli anni ’30 del secolo scorso, il museo e i suoi reperti affrontarono le fiamme di un incendio provocato dai nazisti il 31 maggio del 1944. Una storia travagliata quella del museo delle navi, riaperto e ristrutturato a più riprese oggi, nell’ala sinistra ospita la ricostruzione delle imbarcazioni, del tetto con le tegole in bronzo, il rivestimento della ruota di prua e alcune attrezzature di bordo. L’ ala destra è dedicata invece  al popolamento del territorio albano in età repubblicana e imperiale, con particolare riguardo ai luoghi di culto. Ci sono infatti materiali votivi provenienti da Velletri, da Campoverde (Latina) da Genzano di Roma e dal Santuario di Diana a Nemi, oltre ai materiali provenienti dalla Collezione Ruspoli. All’interno di quest’ala è inoltre possibile ammirare un tratto musealizzato del basolato romano del clivus Virbii, che da Ariccia conduceva al Santuario di Diana.

Museo delle Navi – Nemi

Il Sindaco ha annunciato la riapertura di una porzione del tempio di Diana

A margine della conferenza, il Sindaco Bertucci ha comunicato la volontà di fissare un nuovo importante appuntamento a Nemi: la riapertura al pubblico del Tempio di Diana. “Speriamo di rivederci presto a Nemi – ha dichiarato Bertucci –  per la fine di quest’anno a inaugurare la riapertura di una parte del tempio di Diana,  grazie all’impegno del Gal  Castelli Romani e al finanziamento di 250mila euro che permetterà di restaurarlo e di renderlo fruibile alla cittadinanza e a chi visiterà Nemi”

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