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Sapienza: al via lo studio sulla vaccinazione anti COVID-19. Che succede dopo il vaccino?

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La Sapienza Università di Roma e l’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Umberto I da oggi sono impegnati insieme nel monitoraggio clinico e immunologico di tutti i soggetti sottoposti a vaccinazione anti-Sars-CoV-2.

Che succede dopo?

Lo studio, promosso e incentivato direttamente dalla Magnifica Rettrice della Sapienza Università di Roma, Antonella Polimeni, e dal Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Umberto I, Fabrizio d’Alba, comprenderà circa 10.000 soggetti e avrà lo scopo di valutare la risposta anticorpale nei soggetti vaccinati e di analizzare le associazioni del tipo di riposta con variabili importanti come l’età, il sesso, la presenza di comorbidità e le condizioni socioeconomiche.

Tutte le unità assistenziali e i docenti universitari verranno coinvolti con lo scopo di sviluppare una rete di ricerca che includa tutte le strutture del più grande Policlinico d’Europa.

In tutti i soggetti verranno anche registrati gli eventi avversi dopo la vaccinazione. Ci si propone di valutare in tutti i soggetti la quantità e qualità della risposta immunitaria anti-Spike indotta dalla vaccinazione e di seguire contemporaneamente la dinamica dell’eventuale infezione e l’efficacia protettiva del vaccino, tramite la misurazione del titolo di anticorpi contro la nucleoproteina (N), specifici dell’infezione naturale.

Tutti i 10.000 soggetti verranno valutati anche a distanza di 6 e 12 mesi dall’inizio della vaccinazione. L’Istituto Superiore di Sanità, che collaborerà allo studio, si occuperà, nel caso di infezione dopo vaccinazione, della ricerca delle possibili varianti virali.

Attualmente, sono stati vaccinati 5.000 operatori, da ausiliari a specializzandi, che rappresenteranno la popolazione immediatamente oggetto dello studio.  A breve inizierà il secondo ciclo di vaccinazioni che prevedrà anche una analisi pre vaccinazione.

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Per la Sapienza e per il Policlinico Umberto I questo studio rappresenta un modello virtuoso di come le eccellenze della sanità e della ricerca si possano fondere in un progetto comune che ha come scopo quello di essere garante di una azione volta non solo a contrastare la pandemia, come dimostrato in questo lungo periodo, ma anche a sviluppare strategie comuni di ricerca.

“Valutare in tutti i soggetti la quantità e qualità della risposta immunitaria anti-Spike, indotta dalla vaccinazione e seguire contemporaneamente la dinamica dell’eventuale infezione e l’efficacia protettiva del vaccino, tramite la misurazione del titolo di anticorpi contro la Nucleoproteina (N), specifici dell’infezione naturale”

“Questo studio – spiega il Preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria, Prof. Domenico Alvaro –  comprenderà circa 10000 soggetti e avrà lo scopo di valutare la risposta anticorpale nei soggetti vaccinati e di analizzare le associazioni del tipo di riposta con variabili importanti come l’età, il sesso, la presenza di comorbidità e le condizioni socioeconomiche. Ad essere coinvolte saranno tutte le Unità Assistenziali e i docenti Universitari con lo scopo di sviluppare una rete di ricerca che includa tutte le strutture del più grande Policlinico d’Europa”.

“Il monitoraggio – che registrerà anche gli eventi avversi dopo la vaccinazione – si propone di valutare in tutti i soggetti la quantità e qualità della risposta immunitaria anti-Spike, indotta dalla vaccinazione, e di seguire contemporaneamente la dinamica dell’eventuale infezione e l’efficacia protettiva del vaccino, tramite la misurazione del titolo di anticorpi contro la Nucleoproteina (N), specifici dell’infezione naturale.  I 10000 soggetti – spiega il professore –  verranno valutati a distanza di 6 e 12 mesi dall’inizio della vaccinazione per la ricerca delle possibili varianti virali con il coinvolgimento deli ‘Istituto Superiore di Sanità.

“Per l’Università di Roma La Sapienza e per il Policlinico Umberto I – dichiarano congiuntamente la   Rettrice Antonella Polimeni e il Direttore Generale Fabrizo d’Alba  –  questo studio rappresenta un modello virtuoso di come eccellenze della sanità pubblica e della ricerca, possano fondersi in un progetto comune che ha come scopo quello di essere garante di una azione volta a contrastare la pandemia e a sviluppare strategie comuni di ricerca”.

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