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Haters, un fenomeno che probabilmente non cesserà mai di esistere

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Haters, un fenomeno che probabilmente non cesserà mai di esistere

“Auguri per la tua morte”, sì è il titolo di un recente film horror, ma sembra essere anche una sorta di motto degli haters, che sui social sono soliti sfogare le proprie intime frustrazioni sugli altri. Il fenomeno si è diffuso e se prima del web 2.0 si era soliti assistere a diatribe becere nei peggiori bar frequentati da persone molto avvezze all’alcol, adesso ci siamo abituati a un linguaggio violento, entrato a far parte del nostro quotidiano.

Haters, il fenomeno degli odiatori di professione

Sembra essere quasi una vera e propria professione se non una mission quella di chi odia e ogni giorno augura la morte a destra e sinistra, talvolta senza un vero e proprio motivo se non per sfogare le proprie frustrazioni. Inutile dire che anche nel caso di questa testata ci sono stati auguri di morire investiti sulla via Casilina (basti controllare alcuni dei commenti su Instagram), o continui insulti a personaggi di spicco. Spesso l’unica colpa è solo quella di mostrare lati della propria vita, che suscitano invidia nei confronti delle persone frustrate. Si penserebbe che un hater possa essere una persona di bassa cultura e magari anche senza occupazione. In alcune occasioni è senz’altro vero, ma il fenomeno degli odiatori di professione colpisce tutti, senza distinzioni di sesso, razza né religione.

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Il problema degli haters è che spesso si lasciano sopraffare dall’emozione e commentano senza riflettere. Finisce così che tutto viene messo in discussione: le notizie reali diventano (per loro) fake news e le notizie inventate vengono condivise, senza nemmeno approfondire o fare una verifica. Ovviamente, viene condiviso tutto ciò che è sulla stessa lunghezza d’onda dell’odiatore sociale. Infilarsi in una discussione con loro è poi inutile perché anche se si prova a ribattere argomentando, basterà uno slogan o una frase a effetto per credere che abbia avuto la meglio. Se pensate che questo fenomeno così banale sia poi a uso esclusivo dei social, vi sbagliate.

Sono cose che assistiamo quotidianamente anche in televisione o nel vissuto quotidiano. In questo caso non esiste una vera e propria regola su come comportarsi con loro. L’unico consiglio è quello di non reagire alle provocazioni e non abbassarsi al loro livello. Il consiglio che diamo agli haters è quello di modificare la comunicazione, anche perché i recruiters controllano i profili social e se leggono commenti di odio, sarà più difficile entrare a far parte di un’azienda. Se poi già si fa parte, devono sperare che le alte sfere non se ne accorgano.

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