Cronaca

Tor Bella Monaca, sgominata banda dello spaccio: 32 persone dietro le sbarre

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Roma – Operazione antidroga di Carabinieri e Guardia di Finanza. Sgominata organizzazione che gestiva lo spaccio in una delle “piazze” di Tor Bella Monaca. Misure cautelari per 42 persone.

Roma, spaccio di droga a Tor Bella Monaca

Dalle prime luci dell’alba, i militari dei Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Roma stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 42 soggetti, 32 colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere e 10 dal divieto di dimora a Roma, tutti appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico, radicata nella Capitale e con base operativa e logistica nel quartiere di Tor Bella Monaca nella “piazza di spaccio” di Via G. B. Scozza, nel comprensorio noto come R10 della citata frazione capitolina.

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L’attività investigativa ha permesso di ricostruire i ruoli dei vari sodali all’interno dell’organizzazione, facente capo a due fratellastri che, nonostante ristretti in carcere, gestivano l’attività delinquenziale a distanza. Gli stessi, infatti, coordinavano le attività fornendo indicazioni ai diretti fiduciari per il tramite della compagna del più grande dei due fratelli, attraverso la quale ricevevano anche il sostentamento, con il denaro provento dello spaccio, necessario per il mantenimento della famiglia ed il pagamento delle spese legali.

Nel loro complesso, le due indagini hanno permesso di accertare:

  • l’esistenza di un’associazione con struttura piramidale, i cui componenti rivestivano ognuno un ruolo ben determinato: coordinatori della piazza di spaccio, preposti al confezionamento delle dosi, pusher, vedette, addetti al rifornimento della sostanza da cedere e incaricati al recupero del denaro;
  • la vendita al dettaglio su strada 24h di sostanze stupefacenti, mediante l’impiego – in turni prestabiliti – di spacciatori e vedette nell’area di interesse che, al fine di eludere i controlli da parte delle Forze di Polizia su piazza, occultavano lo stupefacente nei posti più disparati (come ad esempio nelle aiuole, sotto le piante, sotto delle pietre, dietro ai muretti, negli androni dei palazzi e così via). Lo spaccio sulla pubblica via, rappresentava una vera e propria strategia di marketing adottata dalla piazza di spaccio per garantire introiti più remunerativi, in quanto pur essendo un’attività molto rischiosa per i vari pusher, è, allo stesso tempo, considerato il modo per attirare più clienti, i quali sarebbero titubanti ad entrare in un vicolo chiuso o in un portone per comprare gli stupefacenti;
  • la presenza di pusher di diverse età, compresi minorenni (si va dai 17 ai 45 anni), di sesso sia maschile che femminile, e di diversa nazionalità (soprattutto italiani e nordafricani). Tra i clienti vi erano, invece, sia uomini che donne, di diverse estrazioni sociali e età (dai 18 ai 55 anni) e non si esclude anche la presenza di alcuni minorenni;
  • il mutuo assistenzialismo fra gli associati in caso di arresto: una parte dei guadagni, infatti, è destinata al sostentamento dei sodali che, in caso di arresto, vengono immediatamente rimpiazzati;
  • un giro d’affari dell’organizzazione stimato in circa 300.000 euro al mese.

 

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