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Il consumo di vitamina D diminuisce ma la quarantena fa aumentare il bisogno

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Il consumo di vitamina D diminuisce ma la quarantena fa aumentare il bisogno

Di recente l’AIFA (Agenzia Italiana del FArmaco) ha pubblicato il proprio bollettino di aggiornamento sui consumi dei farmaci in Italia, con l’obiettivo di monitorare la spesa dei servizio sanitario pubblico per l’acquisto dei farmaci lungo tutto il primo trimestre di quest’anno e con un occhio particolare agli eventuali cambiamenti qualitativi e quantitativi conseguenti alla pubblicazione della Nota 96.

La Nota 96 richiamata, pubblicata lo scorso 28 ottobre, all’Agenzia è servita per modificare alcune condizioni per la prescrizione dei farmaci a base di vitamina D di fascia A (quindi il loro costo è a carico del Servizio Sanitario Nazionale) – colecalciferolo, colecalciferolo/sali di calcio e calcifediolo – esclusivamente per la prevenzione e il trattamento della carenza di vitamina D nella popolazione di maggiore età.

Dall’analisi dei primi mesi di applicazione della Nota 96 nel complesso si registra una riduzione di oltre il 30% dei consumi e della spesa dei farmaci sopra menzionati rispetto ai periodi precedenti, sia dal calcolo del numero di confezioni erogate sia di spesa sostenuta dal SSN. La classe di età compresa tra i 40 ed i 50 anni è quella che ha fatto registrare la maggiore riduzione dei consumi, soprattutto tra le donne, destando qualche preoccupazione fra gli esperti per l’importanza della vitamina D per evitare l’osteoporosi e non solo.

La vitamina D è talvolta chiamata la “vitamina del sole” perché viene prodotta nella pelle in risposta alla luce solare. È un ormone liposolubile in una famiglia di composti che include vitamine D1, D2 e D3 ma che vede la sua formulazione più potente nella D3. La vitamina D ha diverse funzioni importanti: forse la più vitale è quella di regolare l’assorbimento di calcio e fosforo, facilitando la normale funzione del sistema immunitario. È bene precisare che non vi è alcuna utilità scientificamente dimostrata di codesta vitamina per la fortificazione delle difese naturali del corpo contro il nuovo Coronavirus, per cui continuano a seguire con la massima diligenza le indicazioni sul corretto uso della mascherina nella vita quotidiana che arrivano dall’Istituto Superiore di Sanità.

Ottenere una quantità sufficiente di vitamina D è importante per la normale crescita e lo sviluppo di ossa e denti, nonché per una migliore resistenza a determinate malattie. La si può ottenere anche attraverso determinati alimenti (in quantità molto modeste) e integratori per garantire livelli adeguati di vitamina nel sangue. Esattamente proprio in periodi come durante la quarantena, ma anche durante i mesi più freddi che costringono a stare più coperti, è raccomandabile assumere un integratore di vitamine D3 e K2 per sopperire alla scarsa esposizione solare; l’abbinamento con la vitamina K2 è consigliabile per evitare spiacevoli accumuli di calcio all’interno dei vasi sanguigni.

Se il corpo non riceve abbastanza vitamina D, sussiste un alto rischio di sviluppare anomalie ossee come ossa molli (osteomalacia) o ossa fragili (osteoporosi) con dolori e rischio di fratture. Questo vale sia in età pediatrica che nella terza età, per la sensibile riduzione dell’attività motoria.

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