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È finita l’era dello streetwear? Urban style, più di una semplice moda

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Secondo le griffe lo streetwear è finito, ma è davvero così?

Negli ultimi mesi sono arrivate diverse dichiarazioni sulla possibile fine dello streetwear, soprattutto da parte di alcune griffe di moda piuttosto rinomate. Ad esempio, sulla rivista Rolling Stones è stato riportato un articolo di Angelo Flaccavento, pubblicato su Business of Fashion, nel quale si annuncia che a Milano il fenomeno è ormai inflazionato e agli sgoccioli.

Allo stesso modo anche Virgil Abloh, creativo alle spalle di Of-White e Louis Vuitton, ha rilasciato recentemente una intervista a Dazed nella quale ha dichiarato che lo streetwear sta per morire e a i giorni contati. In particolare il problema sembra sia la iperproduzione, un modello seguito negli ultimi anni in cui molte aziende hanno cavalcato l’onda del successo dell’urban culture.

La maggiore visibilità di alcuni movimenti finora di nicchia, come il rap, l’hip hop e la street art hanno reso celebre lo streetwear, tanto che è diventato sempre più connesso con il mondo dell’arte e della cultura in generale. Il passo verso lo show business è rapido, con le maison più rinomate che fiutano l’affare e cominciano a realizzare maxi piumini, felpe oversize, sneakers personalizzate e accessori limited edition sportivi.

Oggi molti designer stanno spostando la loro attenzione, con il suggerimento degli analisti che scorgono un mercato ormai saturo. La continua proposta di nuovi capi ha portato all’iperinflazione di indumenti streetwear di marca, un fenomeno che oggi fa pensare come sia necessario per le aziende di moda più blasonate cercare un nuovo movimento da sfruttare, soprattutto per non perdere il collegamento con i giovani.

Il vero streetwear non è morto, anzi…

Senza dubbio lo streetwear da passerella sta cominciando a non avere più il solito appeal, tuttavia il vero urban style non ha perso il suo fascino, perché è molto di più di una semplice moda. Lo sa bene Wiledog, azienda romana tra le più alternative e di tendenza degli ultimi anni, un marchio che con il suo abbigliamento streetwear è da sempre al fianco della scena rap romana e italiana.

I capi Wiledog sono realizzati per chi ama sentirsi libero, per le persone che non hanno paura di seguire i propri sogni, pensare fuori dal coro e sono pronte a rialzarsi dopo ogni caduta. La collezione in catalogo propone accessori, giacchette jeans, t-shirt oversize, pantaloni cargo e gli immancabili wilecap, in grado di rappresentare una controcultura e chi fatica ad avere una voce nella società.

Ed è proprio l’identità di chi vive ai margini, il disagio dei giovani e una commistione totale con tutte le forme creative l’anima del vero streetwear, un movimento che è tutt’altro che morto e arrivato ai suoi giorni finali. Al contrario questo stile urbano è in forte tendenza soprattutto tra i giovani, in quanto fornisce le basi con le quali i ragazzi possono esprimersi, essere se stessi e non rimanere rinchiusi in canoni estetici e culturali prestabiliti.

Infatti si può criticare lo streetwear per molti aspetti, specialmente per come è stato svenduto dalle maison e da alcune multinazionali, tuttavia il successo porta visibilità e un giro d’affari che fa gola a molti. Allo stesso tempo l’urban culture è viva e ben radicata, perciò basta rimuovere quella patina di glamour che lo streetwear ha acquisito per ritrovare valori e principi solidi, che difficilmente andranno persi per una questione di moda o di stile.

Streetwear, arte e musica per chi ama sentirsi libero

Il divorzio annunciato tra le passerelle e lo streetwear non preoccupa più di tanto, infatti l’identità di questo movimento è il legame profondo che mantiene con la cultura urbana e l’arte in generale. I collegamenti sono numerosi in questo senso, dalla musica rap e hip hop alla street art, dal design più innovativo alla fotografia, dalle arti visive classiche alla comunicazione.

Ad esempio celebre è lo streetwear degli anni ’80 proposto da Last Orgy, rivista giapponese dove l’attenzione era rivolta verso tutto ciò che veniva dalla strada, come il rap, lo skateboard, i fotografi alternativi, la break dance e ovviamente le sneakers. Già a partire dagli anni ’90 questo stile diventerà una forma d’arte, una corrente internazionale che darà una voce a milioni di giovani in tutto il mondo.

Oggi l’abbigliamento streetwear continua ad avere una base solida, proprio perché nasce come movimento di strada e non come moda. La sua forte relazione con il mondo artistico e il settore culturale lo rendono unico nel suo genere, con una capacità straordinaria di rinnovarsi e offrire ancora una voce ai giovani. Da 40 anni infatti il messaggio non è cambiato: sentitevi liberi di essere chi volete, siate creativi e credete nei vostri sogni.

FOTO DI REPERTORIO

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