Per l’omicidio di Alessandra Agostinelli, Emiliano Frocione dovrà scontare diciotto anni di carcere. Questa è la sentenza emessa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Frosinone, Antonello Bracaglia Morante. Non sarebbero state riconosciute le aggravanti per maltrattamenti ed è stato applicato uno sconto di pena grazie alla scelta del processo breve.
A maggio del 2016 il Pubblico Ministero, Rita Caracuzzo, aveva chiesto una condanna pari al massimo della pena, trent’anni di reclusione, ritenendo l’imputato colpevole di aver compiuto l’omicidio, in tutto Frocione inflisse una ventina di coltellate, con volontà risoluta.
L’assassinio risale al 9 settembre 2014 ed avvenne ad Alatri, provincia di Frosinone. All’epoca dei fatti Emiliano Frocione, aveva 37 anni, la moglie invece, Alessandra Agostinelli, 35. Dalla loro relazione erano nati due figli, che avevano rispettivamente 6 e 14 anni.
Il processo sostanzialmente ha visto contrapporsi due tesi completamente diverse.
«Non si è trattato di un caso di femminicidio, come ha cercato fino alla fine di sostenere l’accusa, tanto che il mio cliente è stato assolto dall’accusa di maltrattamenti», ha dichiarato il difensore dell’imputato, l’avvocato Enrico Pavia. La difesa più volte, tramite perizie e accertamenti tecnici, aveva sostenuto che la donna, volendosi vendicare di un tradimento, fu la prima ad aggredire Frocione accoltellandolo e cercando di ucciderlo. Da qui la colluttazione nella quale l’Agostinelli perse la vita.
L’avvocato Domenico Mariani, legale della famiglia Agostinelli, ha sempre rigettato una simile ricostruzione: «Gli avvocati dell’imputato sostengono che abbia agito per legittima difesa, è d’obbligo sottolineare alcune anomalie che smontano la loro tesi. Emiliano Frocione, dopo aver colpito con una statua l’allora anoressica Alessandra Agostinelli, stendendola nel bagno con la parte destra del cranio fracassata, l’occhio tumefatto e quattro incisivi rotti; trovandosi la porta del bagno bloccata è uscito dalla finestra per poi rientrare dal portone, chiudere le serrature e alzare al massimo il volume della tv per poi infliggerle 18 coltellate con un pugnale, ed infine lo strangolamento. Se si fosse realmente trattata di legittima difesa, non vedo perché mai sarebbe prima uscito, e in seguito rientrato per continuare ad infierire; sosteniamo inoltre, che le ferite riportate da Frocione siano autoinflitte: se fossero state sferrate da Alessandra, non sarebbero penetrate solamente di un centimetro».
Tra 90 giorni il giudice depositerà le motivazioni della sentenza