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Ostiense, Casal Bernocchi: lo scavo ha restituito importanti resti storici

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Gli archeologi hanno trovato il testo cirillico più antico su una corazza di 1.000 anni? Ecco la scoperta

La Capitale continua a sorprenderci. In località Casal Bernocchi, a sud di Roma, sulla Via Ostiense, durante i lavori di costruzione di una chiesa ortodossa, sono venute alla luce strutture archeologiche databili tra il I e il V sec. d.C.

Il territorio agricolo era stato acquistato da una comunità romena ortodossa nel 2014. Gli scavi, condotti dalla soprintendenza speciale per il Colosseo e l’Area archeologica Centrale di Roma, sotto la direzione scientifica dell’archeologo Alessandro D’Alessio, hanno fatto pensare che l’area potrebbe essere stata un vicus, cioè un borgo rurale, di complessa stratificazione e interpretazione, ma in buono stato di conservazione. Si tratta, in realtà, di una scoperta che è avvenuta nel luglio 2015 ma che solo adesso è stata resa nota dal soprintendente Francesco Prosperetti.

L’area archeologica ha restituito un mausoleo, un complesso termale con pavimentazione musiva e un sepolcreto con cinquantanove sepolture. Il mausoleo è caratterizzato da due fasi storiche: la prima databile al I-II sec. d.C. e la seconda al IV sec. d.C. A questa seconda fase appartiene anche la singolare impronta di piede nudo rinvenuta, probabilmente di un ragazzo che lavorava alla costruzione del mausoleo. Delle terme ci sono pervenuti i mosaici: «E’ ancora presto per dire se queste terme si riferivano a un insediamento o una villa – afferma l’archeologo Renato Sebastiani – sappiamo però che lungo le strade tra Roma e Ostia c’erano molti impianti produttivi per i servizi di navigazione del Tevere, e le stazioni di sosta erano molto frequenti. Queste terme potrebbero essere uno di questi luoghi di sosta». Per quanto riguarda il sepolcreto, l’antropologa Paola Catalano, ha compiuto analisi sui cinquantanove scheletri rinvenuti in connessione anatomica, che hanno permesso la datazione al III- IV sec. d.C. Gli individui sepolti avevano tutti un’età tra i 20 e i 40 anni e uno stile di vita modesto, e probabilmente appartenenti al ceto medio.

Il progetto di costruzione della chiesa ortodossa non è stato abbandonato, ma verrà sicuramente ridimensionato e conterrà i resti del mausoleo. Gli scavi sono stati finanziati dalla comunità romena, perché per legge, deve farsene carico il proprietario dell’area interessata. Ma in realtà c’è stata tantissima partecipazione, poiché alla campagna di scavo hanno collaborato non solo operai specializzati rumeni, tutti volontari, ma anche il parroco della comunità Padre Gheorghe. Molti, nello scavo di Casal Bernocchi, hanno riconosciuto all’archeologia un ruolo di integrazione sociale, con la comunità romena, che la società moderna non riesce a raggiungere.

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