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Roma, il 20 giugno 2019 la conferenza informativa sulle balbuzie al Centro Congressi Cavour

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Cosa si cela dietro la parola inceppata? Quali meccanismi innescano il blocco?

Si nasce balbuzienti? Esiste la possibilità di risolvere la balbuzie?

Domande che si pone chiunque nella sua vita abbia avuto a che fare, direttamente o indirettamente, con questo disturbo. Sì, perché di balbuzie si parla e si conosce ancora troppo poco, a danno di coloro che si trovano ad affrontarla ogni giorno.

Non è semplice vivere da balbuzienti, non perché non si abbiano degli obiettivi da raggiungere, che si possono certamente perseguire al di là di questo disturbo, non perché si sia necessariamente soli, anzi si possono avere tanti amici. Davvero faticosa, per chi vive il mondo della balbuzie, è la condizione di non riuscire a portare in vita tutto se stesso. C’è, infatti, sempre una parte che rimane celata al proprio interno. È quella parte che non si vuole mostrare, per la paura di essere notati e magari anche presi in giro. Nella maggioranza dei casi, una persona che balbetta tende a pensare di valere meno degli altri, oppure crede che siano gli altri a pensarlo! Ecco allora che inizia ad indossare una maschera per proteggersi dal mondo esterno. Si cercano escamotage per camuffare il blocco che, chi balbetta, sente già arrivare nella propria mente. Tutto questo innesca un meccanismo che incastra la persona stessa dentro a un atteggiamento che può falsare la sua reale personalità, che può limitare la sua partecipazione attiva nella società e magari anche lo sviluppo dei suoi talenti.

Ogni volta che un balbuziente rimane in silenzio, in una occasione in cui avrebbe voluto esprimersi o cerca stratagemmi per aggirare la parola che sente inceppata, ebbene ogni volta perde un pezzetto di ciò che realmente è. «Per cui» afferma la dott.ssa Chiara Comastri, Psicologa ex balbuziente e fondatrice del metodo Psicodizione «Vietato crearsi barriere e tenersele strette». «O meglio» continua «potete anche creare delle barriere, è sopravvivenza, ma poi rendetevene conto e a un certo punto decidete che volete toglierle di dosso, perché avete molto più valore di quello che pensate».

«Ho iniziato a balbettare all’età di 3 anni» racconta «tentando tantissime strade. Per anni ho continuato a cercare sistemi efficaci che mi aiutassero a superare questo problema, diventato per me davvero intollerabile, ma nessun metodo è riuscito ad eliminare quello che si definisce “pensiero inceppato“, il blocco in mente, ovvero la sensazione anticipatoria di quell’inceppo che si avverte nel pensiero».

Si pensa alla balbuzie come ad un problema di linguaggio, di respirazione, di articolazione della lingua che riguarda l’aspetto prettamente meccanico, mentre il blocco che si manifesta nella parola, si presenta e viene percepito in primo luogo nella mente di chi balbetta, ovvero nel pensiero.

In alcuni casi la parola inceppata si individua in modo appena percettibile, per cui il disordine è più che altro estetico. In altri casi, invece, il problema può arrivare perfino a impedire la maggior parte della comunicazione verbale.

Partendo dalla sua esperienza personale e proseguendo con una sua specifica ricerca, Chiara Comastri è arrivata a fondare il metodo Psicodizione e a comprendere che «tutto è allenabile anche il proprio pensiero». «Quando comprendi questo» afferma «inizi a portare in vita tutto quello che sei e vai fino in fondo».

Psicodizione è un percorso con basi che poggiano su un approccio psicologico cognitivo-comportamentale: analizza cioè gli schemi comportamentali e cognitivi della persona, cercando di identificare e modificare quelli che creano disagio e che, quindi, danno origine al blocco in mente e, come conseguenza a ciò, alla disfluenza nell’eloquio. Questa metodologia punta a potenziare le abilità che ci rendono dei buoni comunicatori, creando certezza nel coordinamento fra pensiero e parola.

La balbuzie è un disturbo relazionale, che si manifesta cioè proprio quando si entra in relazione con l’altro ed è convinzione diffusa che si possa gestire ma non risolvere. In realtà non è così e lo dimostra proprio la storia della dott.ssa Comastri e delle tante persone che si sono lasciate questo problema alle spalle.

Dal 2004 i corsi di Psicodizione si tengono in tutta Italia ed hanno aiutato oltre 4.600 persone (bambini, ragazzi e adulti) affette da questo disturbo. La dott.ssa Comastri è oggi affiancata dal dott. Anselmo Zoccali, ex balbuziente ed insegnante del metodo, il quale ha risolto la sua balbuzie proprio grazie al percorso di Psicodizione.
Di tutto questo e molto altro si parlerà il prossimo 20 giugno presso il Centro Congressi Cavour di Roma, nel corso dellaconferenza informativa a ingresso gratuito in cui saranno presentati il metodo e i risultati raggiunti negli anni.

Oltre ai corsi, ai quali partecipano ragazzi dai 6 anni in poi e adulti di tutte le età, Psicodizione ha sviluppato dei percorsi specifici dedicati alla balbuzie che si manifesta nell’età evolutiva (dai 2 anni e mezzo fino ai 6). Psicologi, psicoterapeuti e tutor, accompagnano i genitori e, indirettamente, il bambino verso il superamento del disturbo attraverso il gioco.

L’incontro, tenuto dal dott. Zoccali, inizierà alle 18.30 e sarà un’importante occasione per avere informazioni chiare e specifiche sulla balbuzie, sui meccanismi interni e psicologici coinvolti in chi balbetta, sull’approccio terapeutico e sul corso che si terrà a Roma dall’1 al 7 luglio.

È gradita la prenotazione, per facilitare l’allestimento della sala e la preparazione del materiale informativo che verrà messo a disposizione dei partecipanti.

Per informazioni e prenotazione: 011.0466223 | info@psicodizione.it | www.psicodizione.it

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