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“Scusi, mi può cambiare i soldi?”: a Roma dilaga la nuova “truffa degli spicci”

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<Scusi, mi può cambiare questi 20 euro spicci con una banconota intera?>. Una richiesta quanto meno singolare, soprattutto se rivolta a un passante e anche considerando le modalità, visto che la “norma” è sempre quella di farsi cambiare i soldi sani con pezzi di valore inferiore.

Se a tutto questo aggiungiamo che queste particolari “richieste” avvengono sempre in luoghi ben definiti, come ad esempio un parcheggio munito di parchimetro o nelle immediate vicinanze di un bar, ecco che la truffa è bella che confezionata: a Roma, nelle ultime settimane, impazza infatti questa nuova “moda”, che consiste nel raggirare il povero malcapitato consegnandogli una cifra inferiore a quella ricevuta.

Si tratta di una tecnica nuova e anche abbastanza sofisticata nelle modalità, visto che l'”Arsenio Lupin” di turno deve essere dotato di abilità, scaltrezza e anche una buona gamba per fuggire dal raggirato, che potrebbe accorgersi ben presto di essere stato preso per i fondelli.

L’esempio più ricorrente è quello che avviene, come detto, nei pressi dei parchimetri, luoghi dove spesso si possono trovare persone (presumibilmente) cariche di spicci, tali da far sembrare normale il tipo di richiesta. La tecnica utilizzata è sempre la stessa: il truffatore “studia” la sua vittima – spesso una persona anziana o comunque munita di un borsello portamonete – si avvicina con un sostanzioso bottino di monete (più sono e meglio è) e chiede con estrema cortesia alla vittima se può scambiare il suo “malloppo” con una banconota di taglio superiore, di solito del valore di 10 o 20 euro.

Per superare la diffidenza iniziale e “conquistare ” la fiducia della vittima, il truffatore è solito mostrare l’ammontare dei soldi che porta in mano, che sarà sempre quello dichiarato: generalmente, o due pezzi da 5 euro e una serie di monete (dal valore di 50 centesimi, 1 euro o 2 euro), oppure solo pezzi di moneta spiccia. Una volta ottenuto l’ok allo scambio, scatta la parte più complicata: il truffatore, con estrema abilità, si avvicina al borsello o alla mano per versare la parte di moneta spiccia promessa, ma con un abile gioco di mani riesce a trattenerne una parte in mano, pur facendo apparire di aver consegnato tutto.

Qual è il risultato? Semplice, la vittima si ritrova improvvisamente alleggerita di qualche euro e, nella migliore delle ipotesi, si rende conto solamente dopo qualche secondo di essere stata raggirata.

Una truffa del valore di pochi euro, ma che sta prendendo sempre più piede dalle parti della Capitale: il consiglio è quello di stare sempre ben attenti a queste fantomatiche richieste di scambio e, soprattutto, maneggiare personalmente i propri effetti, prendendosi tutto il tempo necessario per le verifiche del caso. Il punto debole che battono questi truffatori, infatti, è proprio quello di approfittare di un momento di particolare concitazione della vittima, indaffarata magari in altre piccole faccende personali.

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