Cronaca

Il presunto “finto animalista” risponde alle accuse: “Le holding degli allevamenti abusivi si difendono con il fango”

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Panico da coronavirus nel mondo. Persino gli animali nel mirino di atti sconsiderati

In risposta alla segnalazione relativa al nostro articolo (LEGGI QUI), la persona interessata ha scelto di voler replicare. Di seguito, le sue parole:

LE HOLDING DEGLI ALLEVAMENTI ABUSIVI SI DIFENDONO CON IL FANGO

Con stupore si leggono comunicati in cui nuovamente vengono mosse accuse molto gravi e la facilità con cui vengano utilizzate accuse del tutto infondate e dunque diffamatorie nei confronti di chi da anni denuncia le holding criminali e il lassismo delle autorità sanitarie che dovrebbero vigilare.

Parliamo di allevamenti di cani di razza che vede migliaia di persone allestire allevamenti clandestini presso le proprie abitazioni, in barba ad ogni norma igienico sanitaria, ponendo in vendita sui social (anche qui, privi di ogni controllo o filtro) milioni di cuccioli, eludendo anche i controlli fiscali.

Migliaia sono gli allevamenti abusivi che commerciano cani, senza alcuna vigilanza. Chi invece lo fa da anni, a titolo di volontariato, viene infangato e accusato di fatti del tutto inventati; infatti, nei comunicati (per cui si chiede la pubblicazione della presente replica), si affermano falsità e invenzioni che danneggiano diffamandolo la reputazione e la buona fede dello scrivente:

  • Nessuno è mai fuggito dalle Forze dell’Ordine!!!!
  • Nessuno si è mai qualificato con titoli di Polizia!
  • Nessuno ha mai attaccato i PM, come viene scritto!
  • il quadro che viene dipinto nel comunicato è completamente fuorviante e diffamatorio.
  • Nell’affermare che quanto contenuto nell’articolo ovvero nella fonte del medesimo, corrisponda a falso, si sottolinea che l’unico “sistema collaudato” è quello per cui centinaia di allevamenti abusivi di cani di razza vengano lasciati operare indisturbatamente, proprio perché inefficace è il sistema di controlli specifici, dove spesso i pochissimi controlli effettuati si limitano a impartire qualche prescrizione di adeguamento o se sequestrati gli animali vengono affidati in custodia giudiziaria all’indagato. Quotidiane le segnalazioni di allevamenti di cani che ricevo quasi ogni giorno che mi chiedono aiuto, per poi scoprire in molti casi che, effettivamente, o i controlli non ci sono stati o che non hanno modificato in meglio la situazione
  • Pochissimo si conosce su ciò che ruota intorno ad un sequestro di animali, in quanto:

nelle attività di sequestro di animali ci sono le Forze dell’Ordine e gli ausiliari che vengono nominati ai sensi dell’art. 384/4 c.p.p. esperti in materia, oppure ci sono le Guardie Zoofile (agenti ufficiali di P.G. ai sensi dell’art. 6 della L. 189/2004 e artt. 55 e 57/u.c. del c.p.p.),

gli animali non è corretto e giusto lasciarli nel luogo o nelle mani del denunciato e allora ecco il problema di reperire strutture idonee che non solo vogliono essere pagate ma si reperiscono con enorme difficoltà, o perché già occupate da animali o perché dall’altra parte d’Italia. Le Procure, inoltre, spesso non vogliono farsi carico delle spese di custodia e ciò lo si può anche comprendere, ma ciò non può andare a scapito degli animali sequestrati.

Molti animali verrebbero lasciati nel loro maltrattamento proprio perché nessuno vuole onerarsi delle spese di custodia, ma chi ama gli animali e chi lotta per loro non può girarsi dall’altra parte!

Ed ecco che la prassi spesso è quella di chiedere alla Procura competente di consentire l’affidamento in custodia a famiglie, che si faranno carico delle spese di mantenimento e potranno prendersi cura dell’animale in modo più accurato e amorevole rispetto una struttura come un canile.

Gli animali sequestrati vengono elencati in un verbale di sequestro penale che finisce sul tavolo del PM procedente, escludendo ogni possibilità di “accaparrare” (come afferma il comunicato) cani di valore, sottraendoli alla disponibilità dell’A.G. Se poi l’Ente animalista che gestirebbe l’affidamento di animali sequestrati, in questo caso cani di razza, chiede un offerta per rientrare delle spese delle operazioni dov’è l’illecito? Si ignora purtroppo la quantità di denaro che simili operazioni costano ai volontari, che devono spesso sostituirsi alle Istituzioni per fare rispettare la legge in materia di animali!

Il finto animalismo è quello che non fa nulla per gli animali, quello che fa campagne marketing usando le tragedie animali per poi non spiegarci come ha investito il denaro raccolto; da oltre 15 anni AC gira l’Italia per sollevare inchieste, totalmente a sue spese o con l’aiuto di pochi, rivolgendosi alle Forze dell’Ordine a cui fornisce il suo ausilio tecnico normativo durante i legittimi interventi/sequestri/controlli.

  • E’ evidente che l’aver denunciato centinaia di allevatori abusivi, bracconieri, trafficanti di cuccioli, canili lager e più in generale il business delle zoo mafie, AC si sia messo contro potenti lobby, le quali da anni stanno cercando di fermarlo con la delegittimazione, quale unico strumento di difesa dei loro crimini commessi contro gli animali, screditandolo e insinuando dubbi sul suo operato che, invece, si attiene al codice penale e di procedura penale; poi, laddove ci sono indagini a suo carico (ritengo sempre e comunque fondate su dichiarazioni diffamatorie e calunniose di soggetti oggetto di denunce, sequestri, procedimenti penali, processi e talvolta condanne originate da sue segnalazioni e interventi di Polizia Giudiziaria) dimostrerà come ha fatto fin’ora non solo l’infondatezza ma altresì la cattiva fede di coloro che lo In sintesi, il mettere in evidenza il potente business che lucra sugli allevamenti e l’assenza di controlli efficaci ossia la sua sovraesposizione operativa e mediatica evidentemente non piace a qualcuno e sono alla base di campagne diffamatorie volte a impedire di continuare a denunciare questa piaga nazionale.

Ciò che lo preoccupa non sono le indagini a suo carico o comunicati ridicoli, ma l’effetto devastante che hanno sul commercio illegale di cani di razza, poiché la divulgazione di simili comunicati (le cui accuse sono ancora tutte da dimostrare nelle opportune sedi), rendono più forte il sistema degli allevamenti “casalinghi” clandestini degli animali di razza e insinuano quantomeno il dubbio in tutte le persone che lo conoscono e conoscono le battaglie a tutela degli animali che porta avanti a sue spese da 18 anni.

Gli allevatori onesti, che rispettano le regole e pagano le tasse di fronte a certi fatti, si sentono delusi e invogliati a eludere anche loro la legge, poiché impossibile competere con gli allevatori abusivi. Grande la delusione in centinaia di persone che vedono certi sequestri chiusi precocemente, pur nel rispetto del lavoro dell’Autorità Giudiziaria.

Del resto ciò che AC può fare, arriva a stimolare i controlli, oltre cui ovviamente non può andare; il resto (convalida sequestro, indagini, approfondimenti, processo, condanne) spetta giustamente ad altri.

AC ha provveduto a querelare gli autori dei comunicati diffamatori divulgati mediante il suo ufficio legale e la sua attività di denuncia va avanti senza lasciarsi intimidire da questi attacchi.

Foto di repertorio

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