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Riders di Deliveroo Roma, bonus di 1 euro per consegnare cibo durante l’allerta meteo

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Bonus di 1 euro per ogni consegna effettuata tra le 17 e le 18 e nella fascia oraria della cena, dalle 20 alle 21. Ieri pomeriggio, mentre Roma era in balia delle raffiche di vento che hanno causato la caduta di rami e alberi in molte zone della Capitale, Deliveroo, la piattaforma digitale di consegna cibo a domicilio, con questo extra di 1 euro a consegna, valido nella maggior parte dei quartieri, esortava i suoi Riders a lavorare in piena allerta meteo. A pubblicare il messaggio sono stati proprio i ciclo fattorini di Deliveroo: “Mentre il Comune di Roma e la Protezione Civile invitano i cittadini a limitare gli spostamenti per il forte vento, Deliveroo invoglia i riders a mettersi su due ruote e rischiare la vita in cambio di ridicole somme di denaro. Questa è una delle tante dimostrazioni di come la salute e la tutela dell’incolumità dei lavoratori non sia tra le priorità di chi è accecato dal profitto, di come i lavoratori non siano visti come uomini e donne, bensì come numeri, come unità.”

Il messaggio di Deliveroo inoltrato ieri,  30 ottobre, ai rider di Roma.

Il messaggio è stato pubblicato sulla pagina Facebook di Riders Union Roma, il collettivo di ciclo fattorini romani che in questi mesi ha seguito e promosso, insieme ai colleghi di Bologna e Milano, mobilitazioni e vertenze per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori della così detta Gig Economy, quell’economia dei lavoretti che si avvale di collaboratori occasionali per fornire servizi – per lo più tramite App sul cellullare –  come, appunto, la consegna di cibi e bevande a casa. Rapporto con l’azienda pressoché inesistente, tutte le comunicazioni arrivano online tramite mail. La bici o il motorino sono del collaboratore, si accende lo smartphone e via, pronti a far avanti e indietro per locali e fast food, dipendenti soltanto di un algoritmo e del cottimo.

 

“La retorica delle aziende è sempre la stessa – spiega un rider di Deliveroo a Casilina News – dicono che la priorità siamo noi, i riders”. La verità è un’altra, ossia che queste aziende che si professano così attente ai lavoratori, con dei miseri extra li incentivano a rischiare la vita.”

La Carta dei Diritti e la legge per i lavoratori delle piattaforme digitali

Da Milano, passando per Bologna fino ad arrivare a Roma: le lotte e le proteste dei riders delle maggiori città italiane hanno fatto conoscere la concezione del lavoro di questi colossi del food – delivery che da qualche anno operano anche in Italia.  A Bologna, i riders sono riusciti a far sottoscrivere, solo ad alcune piattaforme, una “Carta dei diritti fondamentali dei lavoratori digitali nel contesto urbano”. Un testo a tutela dei riders che fissa una paga minima oraria e che impegna le piattaforme a fornire garanzie, indennità e sicurezza ai collaboratori su due ruote.

Nel Lazio, l’estate scorsa, la Giunta Regionale ha approvato la legge sulle “Norme per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali”. Un provvedimento che non riguarda soltanto i riders, ma tutti gli operatori della Gig Economy. Il testo è arrivato dopo una serie di consultazioni con le parti sociali, con i lavoratori e con le aziende. La legge impegna le piattaforme ad assicurare i collaboratori contro infortuni, obbliga le aziende a formare i lavoratori e istituirà un portale del lavoro digitale. Con questo provvedimento il Lazio stanzia anche 2 milioni di euro per un fondo dedicato alla sicurezza e alla tutela di questa categoria. Al momento la legge è in attesa di essere discussa e approvata in Consiglio Regionale.

Che fine ha fatto il tavolo di trattative del Ministero del Lavoro?

A livello nazionale la situazione non è certo migliore. “Chi fine ha fatto il tavolo? “. Chiedono sui social i Riders di Bologna, facendo riferimento ai proclami fatti dal Ministro del Lavoro e  dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, durante gli incontri avuti nei mesi scorsi, nei quali è stato annunciato un tavolo di trattative con le piattaforme per arrivare alla sottoscrizione di un “contratto nazionale” dei riders. “Chiediamo con forza la riapertura del tavolo – spiegano ancora i Riders –  così come chiediamo alle piattaforme di presentarci una proposta chiara, finalmente priva di ambiguità, come dimostrazione della volontà di avviare realmente una trattativa. Non siamo disposti ad affrontare un altro inverno a rischiare la pelle al freddo per pochi spiccioli e senza tutele adeguate. Se non riceveremo risposte immediate torneremo ad organizzarci per far sentire la nostra voce per le strade e sotto ai palazzi del potere.

Da simbolo di una generazione precaria da inserire nel Decreto Dignità, a categoria dimenticata dalla politica. A distanza di pochi mesi, i riders si ritrovano nuovamente soli, alle prese con i colossi digitali che offrono un pagamento extra di 1 euro per lavorare sulle strade di Roma con il vento che soffia a 90 km all’ora.

Foto@Askanews

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