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Uiltec, rifiuti Regione Lazio: “Senza un piano rifiuti è un dramma”

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Ecco il comunicato della segreteria regionale Uiltec di Roma e Lazio in merito ai rifiuti di Roma:

Una Regione senza un Piano Regionale dei Rifiuti è un dramma, ma se a questo si aggiungono l’incompetenza e l’ipocrisia di chi deve amministrare e farlo per il bene della collettività, si passa dal dramma all’apocalisse! Il risultato finale è che a pagarne le conseguenze saranno i Cittadini e i Lavoratori come quelli della società regionale Lazio Ambiente S.p.A. che rischiano di perdere il posto di lavoro.

La Regione e i Comuni non avendo impianti di proprietà per il trattamento dei rifiuti, non avendo proprie discariche, si trovano ancora ad oggi, a dover far fronte a un problema da risolvere dalle proporzioni indefinite e finora tranne le chiacchiere e le “BUONE INTENZIONI” non hanno saputo produrre nulla a vantaggio della risoluzione del problema RIFIUTI.

A questo punto la domanda da porsi è se era giusto uscire da quel sistema. Noi diciamo di sì perché nel tempo aveva mascherato intrighi, corruzione e disprezzo dell’Ambiente e della Salute. La politica in questi anni cosa ha fatto? La Regione e i Comuni come già accennato non hanno prodotto nulla, hanno solamente sprecato milioni di euro sulla raccolta dei rifiuti senza mai dare un senso industriale a tutto ciò e alla stessa raccolta differenziata. Molti Cittadini dei comuni del Lazio hanno conosciuto raccolte differenziate che hanno prodotto solamente un viaggio dei loro rifiuti verso altri comuni, il cosiddetto “turismo dei rifiuti”. Viviamo in un’epoca dove l’attenzione alla Salute e all’Ambiente é diventato un dogma, anche giustificato, in virtù di tutti quegli eventi e quelle situazioni di cui siamo venuti a conoscenza negli ultimi anni (come la “terra dei fuochi”). Per questi motivi gli abitanti dei comuni, che di volta in volta vengono a conoscenza di un eventuale insediamento impiantistico dedicato al ciclo dei rifiuti presso il loro territorio, alzano le antenne e con la protesta (in parte giustificata dalle paure ed in parte pilotata dalle amministrazioni locali) hanno tentato e tentano tuttora di bloccare questo tipo di iniziative.

La realtà é che i rifiuti in molti Paesi Europei e città italiane FANNO ECONOMIA senza creare nessun disagio e danno ai Cittadini, anzi fanno sì che diventi una virtuosità economica ed ambientale del loro vivere perché c’è un chiaro progetto che non si basa sull’improvvisazione ma su programmi e piani dei rifiuti condivisi da tutti. Si crea Economia, producendo posti di lavoro e ricchezza, tenendo conto della Salute e dell’’Ambiente! Perché questa semplice equivalenza in altri posti funziona e nel Lazio no? L’inutile guerra politica sui rifiuti tra il Comune di Roma, la Regione Lazio ed il resto dei comuni regionali (non per ultimo il comune di Colleferro), sta determinando, come già detto, una situazione apocalittica, con la sola certezza che gli uni contro gli altri non gioverà a nessuno e non produrrà nessun effetto positivo sia nei confronti dei “Cittadini Contribuenti” che di quei lavoratori legati al settore.

Oggi l’impiantistica del Lazio è costituita da quattro TMB (due comunali e due privati), qualche discarica sparsa qua e là tra le quali quella di Civitavecchia e di Colleferro (riaprirà tra qualche mese), quattro impianti di termovalorizzazione (due a San Vittore e due a Colleferro, questi ultimi di proprietà al 100% della Regione Lazio, in manutenzione per revamping ma di fatto bloccati dalla protesta dell’’amministrazione locale semplicemente per una promessa elettorale fatta e dall’assoluta incapacità dell’’amministrazione regionale di dire una volta per tutte SI o NO alla ripartenza degli impianti). Questi impianti dovrebbero sopperire alle carenze del Comune di Roma, che dal canto suo vorrebbe fare della raccolta differenziata spinta “Rifiuti Zero” un proprio cavallo di battaglia. Un cavallo zoppo visto che con la carenza impiantistica, aggravata anche dalla possibile non ripartenza degli impianti di termovalorizzazione di Colleferro, e dalla inesistenza di un piano regionale dei rifiuti la situazione può solamente peggiorare.

E’ facile rimarcare che l’unica soluzione a questo problema è il ricorso al su citato “turismo dei rifiuti”, che potrà essere anche la soluzione più comoda per tutti, ma che non ha nulla a che vedere con la tutela della Salute e dell’Ambiente, argomenti che invece le amministrazioni regionali e comunali vogliono far credere di avere tanto a cuore. E allora cosa serve per uscire da questa realtà?

Serve un tavolo di confronto serio tra tutte le parti in causa. Dalle istituzioni alle aziende, dalle organizzazioni sindacali di settore ai cittadini, dove tutti partecipino e diano il proprio contributo e finalmente costruire insieme un Piano Regionale dei Rifiuti che tenga conto di tutte le necessità. L’idea di partenza deve essere quella di un’impresa di settore, dove ci sia una filiera economica ben precisa, che partendo dalla raccolta differenziata sviluppi intorno a se tutta quella impiantistica necessaria per la lavorazione, il recupero e lo smaltimento definitivo del rifiuto sottoposto a trattamento. Si creerebbe così un’economia Verde della quale per prima se ne servirebbe la Pubblica Amministrazione. Una fase di lavorazione del rifiuto residuale che veda impianti dimensionati ad un valore minimale, tale da far fronte all’attuale situazione, con una progressiva tendenza alla diminuzione dello stesso. Occorre valorizzare le aziende di settore sia pubbliche sia private per creare dal ciclo dei rifiuti una ricchezza senza cadere nel baratro dei Monopoli. Un sistema che raggiunga, dati alla mano, in pochi anni un livello economico importante. E’ certo che tutto questo si può fare, ma serve prima di tutto la capacità e la volontà di affrontare il tema dei rifiuti da parte della Regione e dei comuni, poiché ognuno finora non ha mostrato né convincimento né consapevolezza sull’argomento.

Allora cosa devono fare nell’immediato la Regione Lazio ed il comune di Roma, ossia gli attori principali di questa vicenda, di fronte a questa consapevolezza? La Regione deve capire che la vendita delle azioni della società Lazio Ambiente S.p.A. (società 100% della regione Lazio) allo stato attuale non ha senso, che il nascente Consorzio Minerva legato al comune di Colleferro senza un’impiantistica adeguata e “pronta all’uso” non funzionerà. Dal canto suo il comune di Roma deve uscire da questa situazione di ipocrisia, nella quale fa viaggiare i propri rifiuti qua e là per l’Italia e l’Europa affermando che questo è ambientalmente giusto. Non dimenticando che il comune di Roma è proprietario della società AMA che può essere un volano di un’imprenditoria moderna e che guardi allo sviluppo all’ambiente come ruolo centrale per lo sviluppo dell’economia di settore.

Non occorre creare nuove discariche, ma utilizzare al meglio quelle esistenti, magari per un breve periodo utilizzando quelle dei rifiuti speciali. Senza dimenticare che l’imprenditoria di settore, quella poca che esiste, va coinvolta in questo grande progetto di trasformazione.

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