Attualità

Roma, la casa internazionale delle donne: luogo di libertà e di resistenza

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
casa internazionale delle donne

Il 17 maggio, e’ passata la mozione presentata dalla consigliera del M5S Gemma Guerrini per “riallineare l’esperienza della Casa Internazionale delle Donne, alle esigenze del Comune”. Una decisione che se portata fino in fondo, potrebbe espropriare le donne di Roma di un luogo di incommensurabile portata simbolica e politica.

Un luogo unico, un laboro sociale di pensiero e cambiamento. Di servizi alla cittadinanza, tutta. Si perche’ quando le donne avanzano, tutta la societa’ avanza. Non dimentichiamocelo.

La decisione, presa con 27 voti a favore e 6 contrari, è stata respinta al mittente dalle attiviste presenti in aula durante le votazioni: “La casa non si tocca” e’ il messaggio forte e chiaro che le donne hanno gridato ad alta voce, senza se e senza ma.

La disposizione consentirebbe al Comune di Roma di riprende l’immobile per metterlo al bando per altre associazioni, per la creazione di un centro di coordinamento gestito da Roma Capitale. Come se a Roma fosse priva di altri edifici da riabilitare e destinare a questo scopo.

Negli ultimi mesi dello scorso anno, la sede era stata richiesta a seguito dell’ingiunzione di pagamento degli arretrati di affitto dello stabile, una somma cumualativa di circa 833 mila euro (8 mila euro al amese). Una cifra però ritenuta troppo onerosa e impossibile da raggiungere per le associazioni che gestiscono la Casa, che ricordimao e’ senza scopo di lucro.

Nel tentativo di raggiungere un accordo sono state avviate delle trattative, fra le quali una rateizzazione della somma e una riduzione del debito tenuto conto degli interventi di miglioramento avvenuti negli anni nel palazzo seicentesco e della realizzazione di attività culturali e sociali svolte negli anni e dalle quali ne ha tratto beneficio la società intera.

A trattative in corso è arrivata però la decisione unilaterale della Giunta del Movimento 5 Stelle di interrompere bruscamente il confronto e l’impegno a voler giungere, insieme e democraticamente, ad una decisione che tenga conto delle istanze della Casa Internazionale e del suo decennale contributo all citta’ di Roma e non solo.

La casa internazionale delle Donne nacque nel 1600 come luogo di reclusione che le donne hanno trasformato in luogo di liberta’.

Si, perche’ il legame che lega le donne con le donne va oltre il tempo, ed e’ cosi’ che l’edificio del Buonpastore, nato nel 1600 come reclusorio carmelitano per laiche imputate di trasgressione dell’ortodossia cattolica, si trasforma per la forza del movimento feminista romano, in luogo dove i diritti delle donne non vengono sussurati a mezza voce, ma pretesi, celebrati e raccolti in un archivio storico di importanza incommensurabile.

Nata nel 1976, la Casa internazionale delle Donne di Roma ha avuto sede fino al 1983 in via del Governo Vecchio.

Nel 1983 la giunta riconosce il Buon Pastore (occupato dal movimento dopo lo sfratto di Via del Governo Vecchio) come luogo della cittadinanza femminile e lo assegna Movimento femminista romano.

Le trattative si protraggono per quasi venti anni, fino a che, il 14 dicembre 2001, con la consegna delle chiavi del complesso del Buon Pastore al consorzio Casa Internazionale delle Donne, nella casa incomincia una grande stagione política e culturale di incontri, di produzione culturale e soprattutto di servizi a sostegno delle donne.

La casa ospita le sedi di moltissime associazioni che si occupano di contrasto alla violenza di genere (fornendo supporto psico-sociale e legale), di orientamento al lavoro, di immigrazione, di cultura ed arte.

La casa e’ il luogo della relazione privilegiata di realtà femminili e femministe d’Italia e del resto del mondo. Luogo aperto a tutte e tutti, gestito da donne.

Migliaia di noi hanno attraversato i corridoi del buon pastore, visitato le stanze che nel 1600 erano adibite a celle di reclusione.

Abbiamo tratto ispirazione e speranza dalle forza delle femministe romane, che dopo una lotta iniziata nel lontanto 1976 con l’occupazione di Via del Governo Vecchio, non hanno mai retrocesso di un passo sul diritto ad esistere ed sul diritto ad essere supportate delle istituzioni, per portare avanti un progetto di infinito valore simbolico e reale.

Un luogo unico, una casa, LA NOSTRA, alla quale la guinta capitolina pentastellata non vuole riconoscere il grande contributo sociale. O che forse non riesce a vedere, accecata da un’ottusita’ ragionieristica dal sapore medievale.

In realta’, come dice il comunicato ufficiale della Casa in risposta alla mozione 5 stelle, nonostante il mancato pagamento del canone d’affitto: “La Casa non costa un euro al Comune, a parte una mancata entrata parziale per un affitto che da anni abbiamo denunciato come irragionevolmente oneroso e insostenibile. La Casa è aperta, agibile e ben mantenuta da oltre trenta anni, è frequentata da 30000 donne l’anno,  senza nessun finanziamento pubblico alla gestione”

E’ una vergogna che il comune pretenda un canone di locazione per una struttura di bene comune senza scopo di lucro, che realizza appieno le sue finalita’ sociali e culturali e che doverebbe piuttosto, in un paese civile, essere sotenuta finanizariamente dal Comune

Cosa ancor piu’ triste e’ che questa crociata contro la Casa e’ portata avanti proprio da donne, sei consigliere delle commissione delle elette, presieduta da Gemma Guerrini, che sentaziano con tono asettico e buriocratico il fallimento del progetto della Casa.

“La relazione” dice la lettera che le femministe del Gruppo del mercoledì  hanno inviato alle consigliere “non fa alcun riferimento neppure casuale ai Movimenti delle Donne, alle lotte combattute, alle conquiste ottenute, al pensiero femminista e femminile che tanto hanno contribuito in mezzo secolo ad affermare e a consolidare la liberta’ di tutte, anche la vostra, e che ha avuto nella Casa delle Donne una delle sedi simbolicamente piu’ significative.

Care “Elette” e cara Sindaca molto probabilmente senza le battaglie delle femministe per i diritti civili e politici di tutte, e quindi anche i vostri, non sareste li dove ora vi trovate.

Non potevate fare peggior uso di questo eredita’ che vi siete trovate a gestire cosi malamente.

Lunedì 21 ore 18 la Casa organiza un presidio davanti all’Assessorato Roma Semplice, via del Tempio di Giove 3, (Campidoglio)  Bisogna patecipare in tante e tanti, LA CASA NON SI TOCCA!

Di Anna Rita Ronzoni e Piero Capozi

Benzina 1.739 €/lt Diesel 1.699 €/lt GPL 0.679 €/lt Prezzi aggiornati al 13-12-2023
Raggiungimi