Cronaca

San Cesareo, spray al peperoncino in classe: insegnante interrogata dalle forze dell’ordine

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Cattivi odori a San Cesareo e dintorni: i risultati della prima riunione per discutere il problema

Un mercoledì 22 marzo sicuramente inusuale per l’Istituto Comprensivo di San Cesareo. Tanto caos (soprattutto mediatico), genitori infuriati, corpo docenti e collaboratori scolastici in evidente imbarazzo: questa la cronaca di una giornata trascorsa sul filo del paradossale. Il pomo della discordia? L’utilizzo improprio ed assolutamente ingiustificato di uno spray al peperoncino nei locali dell’istituto.

Se è vero che tale strumento in particolari occasioni può essere un’ottima arma di difesa personale ed un valido deterrente, è altrettanto vero che ricorrere a questi spray dinnanzi ad un’aula di quinta elementare, gremita di giovani studenti, non pare essere decisamente il modo più indicato e sicuro d’utilizzarli. L’insegnante protagonista di questa inconsueta vicenda, per motivi ancora da appurare, ha fatto ricorso alla bomboletta contenente l’urticante miscela di acqua, sostanze chimiche e capsaicina, facendo finire in ospedale diversi tra gli alunni della classe. Molte testimonianze parlano di due bambini trasportati immediatamente al pronto soccorso dai mezzi del 118, mentre altri vi sono stati portati dai propri genitori; ovviamente numerosi i bambini spaventati e con problemi ed irritazioni alle vie respiratorie.

Le autorità di competenza, giunte prontamente sul posto, stanno provvedendo a fare luce sulla dinamica dei fatti e, soprattutto, su cosa abbia spinto l’insegnante a ricorrere all’utilizzo di tale strumento. Ciò che risalta maggiormente dalla vicenda, oltre alla sensazionalità del fatto, è la completa mancanza di comunicazione intercorsa tra il personale dell’istituto ed i genitori dei poveri bambini.

“Per quale motivo non siamo stati informati dei fatti?”, “è un nostro diritto essere tenuti al corrente di ciò che accade, visto che affidiamo per tutto il giorno i nostri figli a questa struttura”: queste alcune delle lamentele che i genitori hanno affidato ai social network ed ai diversi gruppi di paese nell’attesa che venga fatta luce sull’accaduto e si possa risalire alla causa di questo gesto.

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