Cronaca

Roma: arrestata una donna per abusiva mediazione creditizia, estorsione e truffa aggravata continuata per circa un milione di euro

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Questa mattina, all’alba, è scattata l’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma per dare esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, all’esito di una complessa indagine del pool coordinato dal Procuratore Aggiunto dr.ssa Lucia Lotti, specializzato in indagini relative ai gravi reati contro il patrimonio.

Contestualmente alla cattura, nelle more della conduzione dell’arrestata al carcere di Rebibbia, i militari hanno dato corso ad estese perquisizioni domiciliari e locali che hanno portato al sequestro di ingente materiale su cui ora si concentrerà l’attenzione degli inquirenti.

Sono 13 fino ad ora le vittime accertate e 17 le imputazioni contestate che vanno dall’esercizio abusivo della mediazione creditizia, alla truffa aggravata continuata ed all’estorsione aggravata.

Le investigazioni, eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, hanno permesso di ricostruire il modus operandi di una donna romana di 48 anni la quale, benché priva di titoli, era riuscita ad avviare, in parallelo alla gestione di una agenzia immobiliare, una fiorente attività di intermediazione creditizia abusiva, raggirando i clienti con l’illusoria prospettiva di investimenti ad alto rendimento, inducendoli a contrarre ingenti finanziamenti, parte dei quali si faceva poi affidare distraendone gli importi a proprio esclusivo profitto.

Fattasi strada tramite “passaparola” nei lucrosi ambienti dei dipendenti di aziende pubbliche, grazie ad introduzioni presso banche e società finanziarie, la donna promuoveva il “facile” accesso al credito millantando opportunità di investimento in un fantomatico fondo assicurativo remunerativo i cui dividendi avrebbero permesso non solo di coprire le rate del finanziamento, ma addirittura di estinguere in breve tempo il debito contratto.

Ottenuto il denaro dei finanziamenti, dopo averne curato le pratiche falsificando, all’occorrenza, i dati delle buste paga, la truffatrice, non paga del danno procurato ed assetata di maggiori profitti, riusciva poi a convincere le vittime, ora dietro l’asserita necessità per il fantomatico fondo ora insinuando il pericolo di un’imminente perdita dell’investimento, a versarle ulteriori somme, anche contraendo nuovi finanziamenti, salvo poi, quando scoperta del raggiro, cambiare improvvisamente faccia e toni, rendendosi aggressiva e minacciosa fino a prospettare alle vittime, secondo i casi, di screditarle sul luogo di lavoro, di intentare denunce calunniose ovvero di inviargli spedizioni punitive ad opera di soggetti malavitosi.

Tra le vittime maggiormente colpite il caso di una pensionata ultrasettantenne cui la truffatrice, nel corso degli anni, ricorrendo prima alla manipolazione affettiva, poi alle minacce, infine, all’estorsione, riusciva a sottrarre oltre 600 mila euro.

Foto di repertorio

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