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Frosinone, l’associazione Civis interviene sulla bonifica del SIN: “Chi paga per l’inquinamento dell’ex discarica Le Lame?”

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In queste ultime settimane il Ministero dell’Ambiente e la Regione Lazio stanno predisponendo i primi finanziamenti per le bonifiche del SIN Bacino del fiume Sacco.

Il Comune di Frosinone ha comunicato la quantificazione delle somme necessarie agli interventi per la bonifica della ex discarica Le Lame:

-€ 1.500.000, per la caratterizzazione della fascia di terreno fra la discarica ed il fiume Sacco, risultata contaminata sia nei suoli che nelle acque di falda per effetto della inefficacia delle misure di sicurezza e di contenimento delle perdite di inquinanti dalla stessa discarica;

-€ 1.016.365 per la manutenzione ed il completamento delle opere di messa in sicurezza e caratterizzazione del sito della discarica; in passato e fino al 2016, era già stata erogata dalla Regione Lazio al Comune di Frosinone, in esecuzione  dell’Accordo di Programma Quadro 8, la complessiva somma di € 8.669.598 che però a quanto pare non risulta sufficiente;

-€ 115.000.000, (non ci sono zeri in più: sono proprio centoquindici milioni di euro), per l’intervento cosidetto “Landfill Mining” per il definitivo risanamento della ex discarica.

Per quanto riguarda la fascia di terreno fra la discarica ed il fiume Sacco, il Comune di Frosinone ha rappresentato alla Regione Lazio ed al Ministero dell’Ambiente che non è possibile esercitare l’azione in danno nei confronti del responsabile della contaminazione in quanto lo stesso non è stato individuato, e quindi spetta alla pubblica amministrazione competente erogare i fondi necessari alla bonifica.

In realtà, gli uffici della Provincia di Frosinone nel Maggio del 2015 avevano avviato il procedimento ex Art.244 del Testo Unico Ambiente per l’individuazione del responsabile, e ne avevano formalmente notificato avviso al Comune di Frosinone ed alla Società Ambiente Frosinone SAF spa in quanto: “la potenziale contaminazione del sito, risulta imputabile alle attività svolte dal Comune di Frosinone a partire dal 1956 e specificatamente dal 1992 al 2001, ed alle attività svolte dalla SAF spa (già RECLAS spa) per gli anni 2001-2002”.

La SAF spa ed il Comune di Frosinone avranno comunicato ai loro organi di controllo la possibilità di vedersi addebitati gli oneri per la bonifica, trattandosi di somme affatto trascurabili?

Gli uffici provinciali non hanno ancora chiuso il procedimento con l’emanazione del relativo provvedimento, senza il quale non possono essere spesi fondi pubblici.

Infatti, il Ministero dell’Ambiente -ora competente in via esclusiva per le bonifiche del SIN Bacino del fiume Sacco nel quale ricade la ex discarica di Frosinone- ha più volte ribadito che senza l’individuazione del responsabile, ovvero l’attestazione che non è possibile individuarlo né rivalersi nei suoi confronti per oneri e spese, non si può disporre l’anticipazione o l’erogazione di fondi pubblici per le bonifiche dei siti contaminati.

E’ l’applicazione del principio del “chi inquina paga”, codificato dalle normative europee e nazionali: non è possibile addebitare i costi del risanamento ambientale alla collettività se prima non si è individuato ed escusso il soggetto responsabile del danno e dell’inquinamento; fra i responsabili possono essere inclusi i funzionari della pubblica amministrazione che non hanno esercitato correttamente i loro compiti per la tutela dell’ambiente.

Confidiamo nell’operato del Ministero dell’Ambiente che da quando è stato definito ed approvato il nuovo perimetro del SIN Bacino del fiume Sacco, non ha fatto sconti applicando rigorosamente il dettato della normativa contenuta nel Piano Nazionale Bonifiche.

Per quanto riguarda il sito della discarica, l’obbligo di provvedere alla bonifica era in capo al Comune di Frosinone fino all’inserimento -nel lontano 2003-  nel SIN “Frosinone” del quale facevano parte tutte le ex discariche presenti nel territorio della Provincia; dopo alterne vicende relativamente alle competenze, dal novembre scorso il sito è tornato sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente. Nel frattempo, il Piano Regionale per le bonifiche del 2012 classificava la discarica di Frosinone con priorità “altissima” per la bonifica visto il perdurante e grave pregiudizio ambientale.

Sono trascorsi 15 anni ed ancora la caratterizzazione e la messa in sicurezza devono essere completate;  i ritardi accumulati presentano oggi un conto salatissimo,  a carico delle casse pubbliche per gli oneri di bonifica ed a carico dei cittadini per i danni ambientali e sanitari.

Riteniamo che sia necessario l’accertamento delle responsabilità, anche erariali, nei confronti di coloro i quali non hanno agito tempestivamente per la tutela dell’ambiente e della salute della collettività.

Il Comune di Frosinone in più occasioni ha sostenuto la possibilità di realizzare un piano di intervento con la collaborazione di soggetti privati per sostenere i costi del risanamento della ex discarica, imprese che avrebbero in cambio la proprietà di un’area pubblica nel comprensorio ASI da riconvertire a destinazione commerciale e servizi: in buona sostanza permessi di costruzione per valorizzazioni immobiliari e rendita fondiaria.

I termini di questo piano e la sua fattibilità, però, non sono noti, mentre sono conclamati gli elevati i rischi che la contaminazione si estenda attraverso la fascia fra il sito della discarica ed il Sacco, raggiunga il fiume ed aggravi l’inquinamento dello stesso, vettore della dispersione di sostanze nocive nella Valle.

I siti da bonificare nel SIN sono molti, le situazioni di grave emergenza ambientale si moltiplicano, la coperta dei fondi pubblici è corta perché nonostante le disponibilità del Ministero dell’Ambiente e della Regione Lazio, le risorse attuali potrebbero non essere sufficienti a risanare la Valle del Sacco.

Perciò, nemmeno un centesimo dei fondi pubblici va sprecato ed il solo modo per farlo è applicare sistematicamente e rigorosamente il principio del “chi inquina paga”, senza scorciatoie o eccezioni.

Sul sito dell’associazione Civis all’indirizzo www.civisferentino.eu è disponibile tutta la documentazione, ottenuta con regolari e legittimi procedimenti di accesso agli atti ex Legge 241/90 e DLgs.vo 195/2005.

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