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Roma e Frosinone: addio a Spalletti e Marino. Il toto allenatori

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Roma e Frosinone: addio a Spalletti e Marino. Il toto allenatori

Dopo lo psicodramma andato in scena ieri sera, al Matusa, Pasquale Marino ha scelto di dimettersi. Stessa sorte anche per Luciano Spalletti, dopo una cavalcata impetuosa che ha portato alla Roma il record di punti e di goal segnati. Neanche il tempo di dire addio ai due mister, che già impazza il toto allenatori.

Sono due al momento i nomi che il Frosinone sta puntando: uno è quello di Moreno Longo (ex tecnico della primavera del Torino e attuale mister della Pro Vercelli) e Gianluca Grassadonia, ex allenatore della Paganese. Due tecnici che non scaldano il cuore dei tifosi, ma sono in linea con la filosofia del club: persone capaci che puntino sui giovani. Staremo a vedere se usciranno fuori altri nomi. L’ex ancora amato Roberto Stellone è senza panchina, ma un suo ritorno sembra essere escluso.
Per quanto concerne i giallorossi, il nome più gettonato è quello di Eusebio Di Francesco. Resta da risolvere la clausola rescissoria che l’ex calciatore della Roma ha nei confronti dei neroverdi. Sebbene abbia poca esperienze con le coppe europee (la prima da mister è arrivata quest’anno e non è stata felicissima), si tratta di un allenatore giovane, che valorizza i giovani e che pratica un gioco offensivo. Perfetto per generare plusvalenze (come vuole la società, e quindi adatto per collaborare con Monchi) e per valorizzare giocatori quali Pellegrini (che il club ha intenzione di far tornare nella Capitale) e Defrel, che la Roma punta da almeno un anno.
In casa Frosinone, Marino non ha mai avuto un gran feeling con i tifosi. Da una parte, l’ottimo campionato dei ciociari, non ha portato a nulla. Non c’è stata la promozione diretta (sarebbero bastati 10 punti sulla quarta e dai 15 che c’erano a poche giornate dalla fine, il patrimonio è stato dilapidato e ha chiuso a +9, generando così i play-off) e diverse partite sono state letteralmente buttate. Un problema più di mentalità che tecnico o tattico: lo dimostra la clamorosa sconfitta in casa con il Carpi ieri nella semifinale di ritorno. Sarebbe bastato un pareggio e la partita era oggettivamente brutta e nervosa. Il Carpi giocava in nove uomini e ci ha messo tutta la grinta possibile per portare a casa il risultato, favorito anche da un episodio che non ha visto Bardi impeccabile. Il trauma subìto era troppo forte e Marino ha rimesso l’incarico nelle mani della società, incarico che si sarebbe rinnovato automaticamente in caso il Frosinone fosse arrivato almeno undicesimo.
Per quanto riguarda la Roma, invece, Spalletti parlerà tra qualche ora e probabilmente si toglierà qualche sassolino dalla scarpa. Infatti, con la rosa corta che il tecnico aveva e con importanti infortuni (Florenzi su tutti) è riuscito a fare miracoli arrivando al secondo posto. Non gli è stato perdonato il rapporto con Totti, l’andamento degli ultimi derby e l’uscita prima nel preliminare di Champions League e poi in Europa League con un avversario come il Lione. Insomma, anche i giallorossi avrebbero potuto fare di più, ma se guardiamo l’altro lato della medaglia, avrebbero potuto fare molto peggio. Il clima a Roma travolge tutti e il tecnico è riuscito a restare sempre in carreggiata. Lo scorso anno non ha gestito benissimo Francesco Totti: lo dimostra il fatto che ogni qual volta entrasse risolveva le partite. Quest’anno era difficile farlo giocare di più vista la forma di Dzeko e il palese e fisiologico calo fisico che ha colpito il Capitano. Inoltre, i fischi dei tifosi dell’ultima giornata hanno fatto male al tecnico e il rapporto con alcuni giornalisti non era dei migliori. Roma, si sa, è un ambiente passionale e pochi allenatori riescono a reggere l’urto: lui ci era riuscito con personalità, lavoro e ironia. Le scelte dividono e l’orgoglio di Totti ha contribuito a spaccare la tifoseria, probabilmente favorendo la decisione dell’allenatore di cambiare strada con direzione Milano.
Insomma due addii che fanno male, soprattutto quello di Spalletti, e due situazioni differenti. Adesso si attende l’ufficialità dei nuovi nomi e probabilmente nella conferenza del tecnico toscano emergeranno nuovi scenari che faranno riflettere.

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