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Ciociaria, terra dei veleni: il Ministro della Salute snobba l’emergenza della Valle del Sacco

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Registro tumori, approvato il finanziamento: nasce un utile strumento di prevenzione
E’ stata presentata recentemente per gli anni 2003-2014 la serie storica completa dei dati di mortalità per causa, che consente una lettura approfondita della dinamica del fenomeno nel lungo periodo.
Sia nel 2003 che nel 2014 le prime tre cause di morte in Italia sono le malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie del cuore (rappresentative del 29,5% di tutti i decessi), anche se i tassi di mortalità per queste cause si sono ridotti in 11 anni di oltre il 35%.
Nel 2014 al quarto posto nella graduatoria delle principali cause di morte figurano i tumori della trachea, dei bronchi e dei polmoni.
Tra i tumori specifici di genere, quelli della prostata sono la decima causa di morte tra gli uomini, mentre quelli del seno sono la sesta causa tra le donne e la più frequente di natura oncologica.
Nel gruppo delle prime dieci cause di morte ci sono infine le malattie croniche della basse vie respiratorie e il diabete mellito; entrambe le cause rappresentano il 3,4% del totale dei decessi del 2014.
Questi dati non fanno altro che confermare quanto già esposto in altri articoli in merito all’azione del particolato ultra fine e dei cosiddetti interferenti endocrini.
Stiamo parlando di dati che coprono un periodo molto lungo, ma che, è bene ricordarlo, fanno riferimento alle cause di morte e non alla morbilità in questo lungo periodo.
Nonostante questa importante pubblicazione, in un recente tour elettorale a Frosinone il Ministro della salute Lorenzin, rispondendo a domande precise ha asserito che non esiste una emergenza sanitaria nella Valle del Sacco perché il Ministero non ha evidenze dirette…, argomentando come la gestione sanitaria sia di competenza regionale.
E’ evidente che affermazioni di questo tipo fanno capire come il Ministro, probabilmente, non sia a conoscenza del fatto che la Valle del Sacco sia stata considerata SIN per quanto riguarda le problematiche relative all’inquinamento industriale, nel qual caso è evidente che un problema ci deve pur essere!
Se è vero, come è vero, che la sanità sia argomento di competenza regionale, è anche vero che il Ministro, avendo competenze nazionali in tema di salute pubblica, non può non conoscere il rapporto ISTAT di cui si diceva all’inizio: tale rapporto conferma, trattando di una tra le città più inquinate d’Italia per quanto riguarda le polveri sottili e ultrasottili, come le patologie cardiovascolari, strettamente correlate a questo tipo di inquinanti, siano tra le prime cause di morte degli ultimi dieci anni!
Allo stesso modo, sempre in riferimento al rapporto ISTAT e all’inquinamento da polveri sottili, il Ministro non può mettere la testa sotto la sabbia ed ignorare che le broncopatie croniche hanno un costo sociale altissimo: e questo argomento non è solo di competenza regionale.
A questo punto chiediamo al Ministro, se veramente ritiene che non ci siano problemi ambientali, di farsi promotore presso ISTAT per avere i dati relativi alla mortalità e alla morbilità della regione Lazio in modo da suffragare le sue affermazioni con dati reali.
In questo tipo di problematiche infatti chi più del ministro della sanità è chiamato a disegnare indirizzi governativi e normative tese a garantire la tutela della salute dei cittadini nelle conclamate zone di emergenza ambientale.
Li dove mancano dati di base il ministero può dare un contributo all’accertamento del problema sanitario e mettere appunto convenzioni tese alla programmazione di piani di intervento attraverso la cooperazione tra i diversi enti pubblici competenti, ma sembra proprio che tale attività ancora non sia un obiettivo dell’attuale governo

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