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La licantropia esiste? Cosa c’è di vero? Scopriamone di più sulla leggenda del lupo mannaro

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La licantropia esiste? Cosa c’è di vero? Scopriamone di più sulla leggenda del lupo mannaro

La licantropia esiste? Cosa c’è di vero? Tutti sanno la leggenda riguardante i lupi mannari. Quando c’è la luna piena, certi uomini si trasformano in animali e sono soliti compiere atti violenti per poi risvegliarsi il giorno seguente, completamente nudi e incoscienti di quanto fatto la notte precedente. Recentemente, in Sudafrica, un documentario del National Geographic ha trattato il tema. La creatura aveva la forza di 40 uomini, ha spiegato uno dei superstiti all’attacco dell’essere, che voleva dilaniare con i suoi artigli la porta della sua casa. Quando c’è la luna piena, le persone del luogo sono solite rinchiudersi in casa.

Negli anni ’90, ad Haiti, una donna è stata arrestata con l’accusa di trasformare i bambini in animali e poi cibarsi di loro. L’articolo è stato riportato addirittura dal Wall Street Journal. Il Financial Times nel 1986 narrava di un gruppo di malaysiani che avevano picchiato un cane perché pensavano si  trattasse di un uomo, appartenente a una banda di ladri, che si era trasformato in animale. Insomma, la licantropia sembra attirare ancora la fantasia di tutti e generare timore soprattutto nei popoli più arretrati. Le prime leggende riguardanti la licantropia sono nate in una caverna in Spagna e nel Sud della Francia. Dei graffiti raffiguranti un essere a metà tra l’uomo e l’animale sono stati ritrovati al loro interno. Sono stati eseguiti circa 30.000 anni fa dagli uomini di Cro-Magnon. In queste antiche raffigurazioni dell’Homo Sapiens, l’uomo era mostrato con testa di uccello e zampe al posto delle mani. In un altro disegno ancora, l’uomo aveva le corna e le orecchie del cervo e la coda di lupo. Secondo molti specialisti, questi disegni venivano utilizzati solamente per ingraziarsi gli Dei e non avrebbero nulla di concreto riguardante la licantropia.

Per quanto concerne il fenomeno, pare che nel Lazio, zona Castelli Romani, gli uomini lupo vogliono rimanere tali e non amano chi prova a salvarli dalla loro condizione. Per loro provano un odio profondo. Negli anni ’50, la Capitale dovette fare i conti con un caso particolare: quello di Pasquale Rossi. Conosciuto come il lupo mannaro di Villa Borghese, soffriva di crisi notturne. Secondo la leggenda, la sua forza aumentava notevolmente, così come il desiderio di correre nei prati, ululare e mordere l’erba.
Lo stesso periodo le cronache narrarono la storia di Iolanda Pascucci, nota come la lupa di Possilipo. Nata a Roma nel 1921, ebbe i primi sintomi in tenera età: a soli 12 anni. Nelle notti di luna piena le veniva la bava alla bocca, gli occhi le si dilatavano e il bisogno d’acqua diveniva impellente. In futuro sposò un musicista e nelle prime settimane dopo le nozze la donna fu vittima di un nuovo attacco. Così, scappò di casa poco prima di mezzanotte e fece ritorno soltanto dopo l’alba.

Insomma, cosa c’è di vero? Al momento l’unica cosa riscontrata è stata l’autosuggestione. Un po’ come alcune persone convinte di essere vampiri e che bevono soltanto sangue. Di concreto al riguardo, c’è ben poco: come in ogni leggenda che si rispetti. Di vero sembra esserci solo la credenza dell’uomo e la paura di tutto ciò che riguarda ciò che è irrazionale. Anche se esistono alcune persone che sono affette dal problema di Ipertricosi, ovvero l’avere il corpo completamente ricoperto di peli, non ha nulla a che vedere con gli uomini lupo. Si tratta semplicemente di una malattia che ha contribuito a dar visibilità ai cosiddetti Freak nell’appena defunto circo Barnum e ha dato spunto a numerose pellicole horror e meno, tra cui lo splendido ritratto immaginario della grande fotografa Diane Arbus. 

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