Cinema

Recensione Rogue One: A Star Wars Story

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Recensione Rogue One, A Star Wars Story

La saga di Star Wars sembrava ormai cristallizzata, intoccabile, una saga entrata nell’immaginario collettivo e nella pop culture, una saga che, giustamente, non aveva più niente da dare se non rovinandosi da sola. L’uscita dell’Episodio VII ha risvegliato orde di fan che non vedevano l’ora di immergersi nuovamente in quell’universo sconfinato, ma, dimostrandosi un film tutt’altro che all’altezza dei precedenti, ha rilevato che forse sì, forse era meglio lasciare la saga lì dov’era.

Per questo Rogue One invece le cose sono diverse ed il film risulta abbastanza piacevole (come vedremo meglio tra un po’). Sia perché è effettivamente fatto un po’ meglio, sia perché chi è stato deluso dall’Episodio VII forse è entrato in sala senza troppe aspettative e quindi con poche possibilità di uscirne troppo deluso. C’è da dire comunque che Rogue One non è un sequel de Il Risveglio Della Forza, bensì un film (quasi) a parte, il primo di una serie di film ambientati nell’universo di Star Wars che non hanno necessariamente un legame stretto con la trama principale, film che magari vanno a spiegare meglio alcune cose della vecchia saga.

Il film inoltre non ha goduto dell’immensa campagna pubblicitaria che aveva accompagnato l’uscita dell’Episodio VII, e questo è un bene, in quanto non alza di troppo le aspettative e lo si può andare a vedere al cinema senza essere già stati bombardati per settimane con le sue immagini.

LA TRAMA

Come detto prima, Rogue One: A Star Wars Story è un film quasi a parte, dico “quasi” perché nonostante sia uno standalone in realtà nella linea temporale di Star Wars si pone come prequel del vecchio Episodio IV (1977)Questo perché un gruppo di ribelli decide di intraprendere una missione solitaria per sottrarre all’Impero i piani della celeberrima Morte Nera, la nuova arma di distruzione di massa nelle sue mani. Inoltre, l’ufficiale scientifico imperiale che ha partecipato alla costruzione dell’arma è Galen Erso (Mads Mikkelsen) ossia il padre della protagonista ribelle Jyn Erso (Felicity Jones) e questo provocherà alcune incomprensioni tra lei e l’altro ribelle Cassian Andor (Diego Luna). Nello stesso tempo però, questo fatto servirà anche come punto di svolta per la trama del film.

LA RECENSIONE

La prima parte del film è piuttosto lenta e molto descrittiva, ma non è necessariamente un male, anzi è utile proprio per spiegare al meglio la situazione in corso, situazione che tra l’altro inizia in medias res, nel bel mezzo dei fatti, quando l’Impero è già Impero e domina tutta la galassia. Ecco, a questo punto viene in mente che forse si poteva sfruttare quest’occasione per spiegare meglio come avviene questo processo politico ed espansionistico, andando a chiudere definitivamente il buco che c’era tra La Vendetta Dei Sith e l’Episodio IV succitato. Il film sarebbe stato senza dubbio più completo, ma la mancanza di spiegazioni di questo genere non rovina troppo il risultato finale. Rispetto a molti altri film della saga questo risulta inaspettatamente più cupo, crudele e drammatico. Dico inaspettatamente perché essendoci lo zampino della Disney ci si potrebbe aspettare una favoletta innocente e pregna di buonismo. Invece non è proprio così. La guerra è sempre sullo sfondo e non solo, essa diventa parte integrante del film, soprattutto nella seconda parte del film. Anche la morte è molto presente, molti sono i personaggi che la trovano e molti sono quelli che, avendo perso tutto, per cercare di fermare la spirale di distruzione e tirannide (ben presente e visibile in questo capitolo) innescata dall’Impero scenderanno in campo a fianco della Ribellione, anche quanto tutto sembra perduto.

C’è poi un altro elemento importante, è il primo film dove non c’è neanche un jedi. E questo si sente. Negli altri film la presenza degli jedi dava speranza, gli jedi erano sempre là a dare forza e saggezza anche nei momenti più bui, inoltre davano anche un bel vantaggio strategico grazie alle loro abilità. Qui sembra non esserci nessuno a dare speranza, ma è solo un’apparenza però, perché questa volta sono gli uomini da soli che riescono a trarre forza dalla Forza (scusate il gioco di parole), e quindi non sono totalmente abbandonati a loro stessi, anzi, la Forza è sempre presente e chiamata in causa, soprattutto dal personaggio chiamato Chirrut Îmwe (Donnie Yen), il quale per certi versi sostituisce un po’ la figura dello jedi. E’ uno sforzo tutto umano che riaccende la miccia della ribellione. Un plauso va poi agli effetti speciali, soprattutto quando vanno a ricostruire i volti di un paio di personaggi storici. Davvero notevole.

Fin qui tutto bene sembra, il problema però è che a volte il film sembra mancare di mordente e di scorrere via senza lasciare niente impresso. Spesso i dialoghi sono un po’ spenti, così come le prestazioni degli attori: buone ma nella norma. Inoltre, ed è qui il vero punto dolente, la battaglia finale sa tanto, troppo, di minestra riscaldata. La battaglia è davvero ben fatta ed emozionante, però si svolge con le stesse modalità già viste in altri film precedenti, ossia un gruppo di ribelli che deve fare un’operazione speciale (distruggere un’arma potentissima o rubare piani) mentre la flotta spaziale li copre combattendo nello spazio. Una soluzione che ormai è stata usata su 4 film su 8 totali. Forse è ora di staccarsi dal passato e di creare qualcosa di nuovo per davvero, perché le carte ci sono tutte e lo strizzare continuamente l’occhio ai classici non aiuta sempre, anzi, può essere dannoso.

In ogni caso, pur avendo dei difetti, Rogue One risulta un film piacevole e più che godibile che probabilmente deluderà molto meno dell’ultimo episodio. E’ sì un film abbastanza innocuo a tratti, però ha il merito di aver ampliato ancora di più l’immaginario di Star Wars, forse non ce n’era proprio bisogno, ma vedere un incrociatore spaziale e risentire alcuni suoni tipici emoziona sempre. Insomma, un film consigliato dalla nostra recensione e che forse è destinato a crescere con il tempo e intanto mette l’acquolina in bocca per i prossimi film.

Ecco il trailer:

 

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