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Valmontone, convegno su gestione dei rifiuti e buone pratiche

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Valmontone, convegno su gestione dei rifiuti e buone pratiche

Un convegno sulla gestione dei rifiuti e buone pratiche. Le risposte della politica locale

Venerdì 10 giugno Palazzo Doria ha ospitato un convegno sulla gestione virtuosa dei rifiuti e buone pratiche in materia ambientale.

L’incontro, promosso e curato dall’associazione Apertamente di Valmontone e da Rifare l’Italia ha dato l’opportunità di ascoltare diverse esperienze su come gestire i rifiuti.

Ospiti del convegno, tre assessori all’ambiente:

Giulio Calamita del Comune di Colleferrro, Angelo Morelli del Comune di Genazzano e Matteo Francesconi del Comune di Capannori.

Martina Puce, presidente dell’associazione ApertaMente ha aperto l’incontro spiegando intenti e motivi del convegno:

Con molta convinzione abbiamo contribuito alla realizzazione di questo convegno perché riteniamo che i rifiuti rappresentino un problema ambientale, sociale ed economico sul quale non si può più procrastinare”.

La situazione a Valmontone – continua Martina Puce – è allarmante.

Siamo uno dei pochi comuni del Lazio che non ha ancora fatto partire sull’intero territorio la raccolta differenziata e non a caso abbiamo una percentuale bassissima di rifiuto differenziato: solo il 3,40%.

Il Consigliere comunale di Valmontone Eleonora Mattia ringrazia i primi cittadini presenti in sala, le associazioni ambientaliste, i rappresentanti dei sindacati e i molti cittadini venuti ad ascoltare soprattutto  il lavoro culturale, politico e sociale portato avanti dal comune di Capannori.

Le 4 R e le buone pratiche di Capannori

Il giovane assessore di Capannori in carica dal 2015  ha illustrato le tappe intraprese da questo comune toscano di 47.000 abitanti della piana di Lucca , per diventare una della realtà più virtuose del paese.

Il cammino verso la strada della sostenibilità è iniziato nel 1993:

A Capannori nel 1993 volevano costruire un inceneritore informa l’assessore Francesconi – Iniziò così una grande battaglia dove i movimenti ambientalisti della piana di lucca, gli abitanti di Capannori e il Comune fecero fronte unico.

Capannori scongiurò il pericolo inceneritore e iniziò a lavorare per ottenere un terreno culturale in grado di far germogliare una corresponsabilità attorno alle scelte ambientali.

Nel 2005 Capannori attiva un sistema di raccolta porta a porta sperimentale in molte frazioni del paese (sono in totale 40) e man mano è andata a espandersi.

La raccolta porta a porta a Capannori è un sistema di raccolta spinta, cioè utilizza la tariffazione puntuale: i cittadini non pagano la quota variabile della tassa sui rifiuti in base ai metri quadri dell’immobile ma in base a quanto indifferenziato producono durante l’anno. Dunque Meno rifiuto produci, meno paghi.

La tariffa puntuale precisa Francesconi  oltre a essere uno strumento efficace per far funzionare il porta a porta è un sistema di tariffazione più equo. Oggi siamo all’88 % di rifiuto differenziato e continuiamo a crescere senza aumenti sulla tariffa.

L’attuazione del sistema porta a porta a Capannori è andata di pari passo con la realizzazione di diverse buone pratiche, ovvero iniziative – ideate dal comune o proposte dalla società civile- capaci di ridurre la produzione dei rifiuti prodotti, riutilizzare i materiali e incentivare azioni o comportamenti sostenibili in grado di non compromettere salute ambiente e territorio.

Diverse le buone pratiche illustrate da Francesconi: il centro del riuso dove conferire mobili, abiti e oggetti vari per poterli recuperare e vendere a prezzi accessibili.

Il compostaggio domestico con compostiera in comodato d’uso e riduzione della tariffa.

Incentivi per l’organizzazione di grandi eventi per evitare il più possibile la produzione di rifiuto.

Capannori ha inoltre rivalutato le sorgenti d’acqua del territorio aprendo un percorso di quattordici fonti e con  il progetto Acqua Buona sta promuovendo l’utilizzo dell’acqua di rubinetto in molti luoghi pubblici, mense, municipio, cinema ecc.

Questo comune è il primo ad aver aderito alla strategia Rifiuti Zero elaborata da Paul Connet, scienziato, professore emerito di chimica della St. Lawerence University e attivista, da sempre in prima linea nelle battaglie contro gli inceneritori.

La strategia rifiuti zero è basata sulle 4 R (Riduci, Riusa, Ricicla, Ri-progetta) e punta a raggiungere (obiettivo fissato per il 2020) o comunque di avvicinarsi all’azzeramento dei rifiuti.

Nel 2010 Capannori istituisce il centro di ricerca Rifiuti Zero, coordinato dal professor Paul Connett e da Rossano Ercolini, maestro di scuola elementare a Capannori, ambientalista, presidente di ZeroWaste Italy e vincitore del premio nobel per l’ambiente 2013 (Goldman enviromental prize).

Il Centro di Ricerca continua Francesconi  lavora e analizza rifiuti e materiali, sopratutto l’indifferenziato, per proporre soluzioni capaci di ridurre la produzione dei rifiuti, non solo nelle abitazioni domestiche ma anche nelle aziende.

L’intervento dell’assessore Francesconi consegna a una vasta platea dati e iniziative pratiche che possono esser fonte di spunti per cittadini, associazioni e enti locali.

Il dibattito

Il convegno continua con diversi interventi:

Demetrio De Stefano, nuovo direttore generale di LazioAmbiente, crede fortemente che la società possa tornare ad essere soggetto territoriale capace di coordinare i comuni dalle zona verso un sistema ottimale di gestione dei rifiuti.

Alberto Valleriani, presidente di Retuvasa,  ricorda che i movimenti ambientalisti hanno proposto da tempo al tavolo dei sindaci delle soluzioni come per esempio la definizione di un bacino ATO (Ambito Territoriale Ottimale) di gestione dei rifiuti.

Il presidente dell’Unione Giovani Indipendenti, Leonardo Manzari, fa notare una contraddizione politica:

E’ evidente che siamo difronte una contraddizione politica che impedisce di attuare l’esperienza Capannori. Basti pensare che alcuni amministratori dicono che nel nostro territorio  il ciclo dei rifiuti è stato chiuso.  Lo abbiamo chiuso continuando a bruciare CDR all’interno degli inceneritori di Colleferro.  Come possiamo pensare di avviare il processo culturale di Capannori mantenendo attivi gli inceneritori?

Giulio Calamita, assessore all’ambiente di Colleferro parla di due scenari possibili:  In uno scenario, c’è il mantenimento di discarica e inceneritori.  Nell’altro c’è l’innovazione e la sostenibilità. Ho proposto delle linee guida agli altri sindaci che credo siano state recepite, manca ora uno strumento per attuarle. Nei tavoli in Regione continua Calamita  Colleferro è stata chiara: non vogliamo utilizzare gli inceneritori, non ci occorrono e puntiamo ad altro, come al recupero dei materiali.

Il consigliere Piero Attiani, capogruppo dell’opposizione a Valmontone, torna sull’attualità, commentando l’uscita del comune di Valmontone da LazioAmbiente per entrare in Ambiente S.P.A. società di Ciampino. E’ stata una scelta sbagliata quella dell’amministrazione. Valmontone dichiara Attiani  non avrà alcun peso in Ambiente S.P.A. dato che ne possiede una piccolissima quota.

La R di Responsabilità

Le iniziative di Capannori, le buone pratiche adottate, tutte scelte e azioni che con spirito d’iniziativa e buone dosi di doverismo (per dirla come Ferruccio Parri) possono esser riportate sul nostro territorio.

Emerge però un problema, una criticità sostanziale, tutta politica che -se non superata- difficilmente consentirà di intraprendere la strada delle sostenibilità. E’ il problema degli impianti di Colleferro, specialmente gli inceneritori.

Nessuna buona pratica potrà esser efficiente se prima non si liquida questa pesante eredità lasciata dall’economia della “monnezza”.  Il punto è: chi vuole abbandonarla?

Nel documento condiviso del coordinamento territoriale del PD Prenestini-Lepini sul tema Gestione dei Rifiuti e Buone Pratiche Amministrative viene affrontato il punto inceneritori e la posizione elaborata dal coordinamento è :

Per quanto riguarda gli inceneritori di Colleferro, ancora necessari, devono esser ripensati tecnologicamente, la soluzione potrebbe essere quella di indire una gara pubblica per la gestione degli impianti ad un partner industriale che sia in grado di sobbarcarsi anche dei costi dell’ammodernamento degli inceneritori (p. 4 Documento condiviso del coordinamento territoriale del PD Prenestini Lepini)

Il coordinamento del Partito Democratico Prenestini-Lepini è dunque favorevole al Revamping (ammodernamento) degli inceneritori di Colleferro.

Vi è dunque un’oggettiva discordanza tra la posizione del partito democratico locale partito di molti amministratori della zona  e la volontà di intraprendere la strada della sostenibilità ambientale.

Sulla questione rifiuti e impianti nella Valle del Sacco sono in corso dei tavoli in regione con l’assessore all’ambiente Mauro Buschini. In questa sede, chi contrasterà il Revamping degli inceneritori in favore delle 4 R di cui parlava l’assessor Francesconi?

In quella sede  giocherà un grande ruolo la R di responsabilità.

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